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LA BARAGGIA HA SETE, TANTA SETE

da | 31 Lug 2015 | NEWS

siccità5rovasendaIn Baraggia manca acqua. Continuano le segnalazioni del problema dal Vercellese. Ecco cosa dichiara a Risoitaliano Antonio Corbetta, risicoltore di Rovasenda, che ha scattato le foto che pubblichiamo: «di acqua non ce n’è quasi più, le risaie sotto i canali (che perdono) sono ancora umide mentre le altre sono secche e la poca risorsa idrica rimanente viene utilizzata per la soia».  Una situazione drammatica che potrebbe guastare la festa, in un’annata in cui il riso è cresciuto con un vistoso anticipo, tant’è vero che anche i mercati si aspettano quest’anno il raccolto una ventina di giorni prima del solito. Ancora in dubbio la produttività, per via della sterilità del polline, beffardo contraltare a un meteo apparentemente favorevole, che questa volta non ha dato tanto spazio, a quanto sembra, neppure al brusone.

In questo scenario, la difficoltà di irrigare i campi rappresenta sicuramente l’incognita più pesante. Tant’è vero che la Coldiretti moltiplica gli appelli e coglie l’occasione per rilanciare un progetto che le sta a cuore. «L’attuale emergenza siccità è la conferma più tangibile della necessità di predisporre contromisure efficace, tra cui la realizzazione della diga in Valsessera è, appunto, di primaria importanza» sottolineano il presidente e il vicepresidente di di Coldiretti Vercelli-Biella Paolo Dellarole e Roberto Mercandino, unitamente al direttore Marco Chiesa. Quanto sta succedendo – affermano – è sotto gli occhi di tutti: l’agricoltura delle due province sta soffrendo gli effetti di una siccità che ha pure carattere di eccezionalità, ma non troppo: è la quinta volta in quindici anni, infatti, che si ripetono tali effetti «e il cambiamento delle condizioni climatiche in atto purtroppo non si può ignorare a lungo».

Mais e soia seccano nei campi (con perdita totale dei raccolti in alcune zone), il riso è a rischio in diversi areali, soprattutto del medio vercellese, mentre il bilancio si aggrava di giorno in giorno. Da Arborio, a Lenta, a Ghislarengo, la situazione è pesante: sono segnalate riduzioni per l’acqua di irrigazione, particolarmente per quanto riguarda Sesia, Canale Cavour e il nuovo canale della Baraggia. Ove possibile, si cerca di mantenere per quanto possibile l’irrigazione per tutte le colture (ad esempio, continua a funzionare la diga del torrente Ingagna). Non si tratta solo di assicurare acqua e futuro all’agricoltura di un ampio comprensorio, «ma anche ai cittadini che possono così vedere scongiurato il rischio trovarsi in difficoltà con l’approvigionamento idrico». Per Coldiretti Vercelli-Biella servono “condivisione” e “solidarietà istituzionale” verso un progetto che «le imprese agricole del territorio giudicano vitale per il loro sviluppo». Da qui il rinnovato appello alla politica a un «senso di responsabilità comune, che guardi alla realtà dei fatti in modo oggettivo e senza preconcetti».

Come detto, la posta in gioco è grande e interessa il futuro dell’intera agricoltura vercellese e della bassa provincia di Biella: «per produrre alimenti sicuri aventi elevati standard qualitativi, l’agricoltura ha necessità di poter contare su acqua pulita e su quantitativi che non è possibile ridurre oltre un certo limite se non si vuole pregiudicare gli obiettivi di produzione comunitari ed esporre l’Ue ad un aumento di importazioni di prodotti agricoli dai paesi extra-europei. L’esempio del nostro riso lo conferma. Va altresì precisato che la risicoltura utilizza l’acqua, ma non la consuma in modo invasivo: infatti, l’acqua che irriga le risaie biellesi e vercellesi è restituita ai fiumi e alle falde, che a loro volta ne continuano il ciclo rigenerativo». Un utilizzo consapevole dell’acqua – aggiunge la Coldiretti interprovinciale di Vercelli e Biella – non si limita a dissetare l’agricoltura, ma è importante per molteplici ambiti quali la produzione di energia idroelettrica, l’approvvigionamento di acqua potabile, il deflusso minimo vitale e le esigenze di protezione civile. E se di agricoltura si parla, «va considerata l’importanza che il settore primario riveste per il comprensorio interprovinciale: anche l’attuale crisi economica sta evidenziando come la strategicità dell’agricoltura sia vitale per lo sviluppo del territorio. Un settore, quello agricolo, che dà prospettive concrete a un territorio in cui il lavoro scarseggia, ma che chiede di poter operare nelle giuste condizioni: una su tutte è proprio la “certezza dell’acqua” in tempi di incertezze climatiche sempre più forti. Una certezza che, piaccia o no, può essere garantita solo con la creazione di nuovi invasi». (29.07.2015)

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