Il mal del collo è provocato dal Magnaporthe Oryzae, un fungo che appartiene alla famiglia della Pyricularia Oryzae, l’agente del brusone. Le informazioni sull’argomento non sono tante quanto i risicoltori desidererebbero. Ogni anno, infatti, il brusone e il mal del collo rischiano di compromettere i raccolti: un’infestazione può produrre un calo del 30%. E’ chiaro allora perché siano molto interessanti gli studi che approfondiscono il tema, come quello di Patrizia Titone, Gabriele Mongiano e Luigi Tamborini che è uscito sull’European Journal of Plant Pathology di gennaio 2015 ed è relativo alla vulnerabilità delle varietà di riso coltivate in Italia a questo patogeno. Ne parliamo con uno degli autori, Luigi Tamborini. «Iniziamo col dire che abbiamo testato 105 varietà – ci dichiara – sottoposte a condizioni favorevoli allo sviluppo della malattia e abbiamo effettuato anche la loro risposta a un singolo trattamento di triciclazolo. Il 15% di esse ha mostrato un’elevata resistenza al mal del collo, il 17 una resistenza moderata, il 30 una moderata vulnerabilità e il 38% sono state pesantemente attaccate dal mal del collo. In genere, le varietà più recenti sono meno vulnerabili e i risi Lunghi A lo sono maggiormente degli altri, seguiti dai medi, dai tondi e dai lunghi B». Considerazioni davvero importanti in un’annata come questa che si presenta come una delle più cariche di investimenti in riso da interno. Quanto alle contromisure attuate, un passaggio di triciclazolo (450 grammi per ettaro), raccontano i ricercatori, è sufficiente per ridurre l’infestazione: in media, la contiene del 55%, in termini di estensione ma anche di gravità. La conclusione però è allarmante: l’80% dell’areale italiano è coltivato con varietà suscettibili al mal del collo. Per 40 di esse la vulnerabilità è alta. Lo si evince dalle tabelle dello studio, che può essere scaricato dalla pagina: http://link.springer.com/article/10.1007/s10658-014-0588-1/fulltext.html (22.02.15)
IL RISO E’ SOST
Presentati i risultati della sperimentazione Risosost