Martedì 26 gennaio si è svolto il webinar di presentazione del progetto Epiresistenze, intitolato “Le resistenze agli erbicidi nelle risaie”, un progetto (finanziato dalla Regione Lombardia, ‘Bando per il finanziamento di progetti di ricerca in campo agricolo e forestale’) che vede coinvolti l’Università di Pavia come capofila, Agricola 2000, Società agraria di Lombardia, l’Accademia dei Georgofili e il Distretto agricolo delle risaie lomelline come partner e Corteva Agriscience come co-finanziatore esterno. Nel suo svolgimento abbiamo assistito al susseguirsi degli interventi di alcuni esperti del tema resistenze in risaia, introdotti dai saluti del Presidente della sezione nord-ovest dell’Accademia, Dario Casati, nei quali il professore ha parlato della grande storia di questa istituzione accademica ed inquadrato il settore risicolo italiano a livello economico e scientifico.
Il secondo intervento è stato dedicato al principale ente finanziatore del progetto, Regione Lombardia, rappresentato da Elena Brugna, del DG Agricoltura, Alimentazione e Sistemi Verdi, che ha parlato di ricerca agricola e forestale in Lombardia, spiegando: «Nel 2018 Regione Lombardia ha pubblicato un bando per il finanziamento di progetti di ricerca agricola e forestale(D.d.s. 28 marzo 2018 – n. 4403). La finalità del bando era promuovere il potenziamento della ricerca e sviluppo e dell’innovazione nel settore agricolo e forestale lombardo, attraverso il sostegno a progetti di ricerca con obbiettivi differenti. La dotazione iniziale del bando era di circa 3 milioni di euro e sono stati finanziati 8 progetti, fra cui il progetto Epiresistenze. Con la finanziaria regionale 2020 – 2023 sono stati messe a disposizione le risorse per finanziare tutti i rimanenti 17 progetti presenti nella graduatoria approvata a fine 2018. In totale, attraverso il bando, sono stati finanziati 26 progetti di ricerca in campo agricolo e forestale, impegnando oltre 8 milioni di euro di risorse regionali. Tra questi ampio spazio è stato riservato ai progetti che affrontano i temi di impatto per il settore fitosanitario, come Epiresistenze».
Lo sviluppo del Pan
Andrea Azzoni, del Servizio Fitosanitario Regione Lombardia, è intervenuto sul tema della sostenibilità nell’utilizzo dei prodotti fitosanitari, affermando che «i prodotti fitosanitari rappresentano un mezzo tecnico imprescindibile e strategico in tutti i processi produttivi agricoli, siano essi integrati o biologici. L’utilizzo di questi prodotti richiede però professionalità e responsabilità al fine di evitare effetti indesiderati sulla salute dell’uomo e dell’ambiente e sul rischio di favorire l’instaurarsi di fenomeni di resistenza. Quest’ultimi possono compromettere le strategie di difesa e diserbo, come spesso accade in risicoltura dove ci sono poche molecole efficienti tra quelle utilizzabili. Le recenti normative emanate dall’UE impongono agli Stati Membri l’adozione di un Piano di Azione Nazionale (PAN) nel quale individuare i principi e le strategie per la riduzione dei rischi e degli impatti derivanti dall’impiego degli agrofarmaci.
In Italia il PAN, in fase di revisione, è in vigore dal gennaio 2014 e Regione Lombardia con due successive Delibere, nel 2015 e nel 2019, ha provveduto ad emanare linee guida regionali per la sua applicazione sul territorio di competenza. Particolare attenzione è stata posta alla tutela delle acque superficiali, per valutare i rischi, ed introdurre mitigazioni nelle situazioni più critiche, ciò ha chiaramente coinvolto in modo importante l’ambiente risicolo. A supporto della elaborazione dei dati raccolti dalla attività di monitoraggio di ARPA, è stato sviluppato un applicativo per la produzione di mappe di rischio. Altri strumenti di accompagnamento ai principi della sostenibilità sono stati inseriti nell’attuazione del Programma di Sviluppo Rurale. L’obiettivo è quello di affrontare le problematiche legate ai prodotti fitosanitari in modo responsabile e consapevole, coniugando la salute umana, dell’ambiente e le attività economiche».
Le resistenze
Aldo Ferrero, professore dell’Università degli Studi di Torino, che fa parte dell’Accademia dei Georgofili, ha preso la parola a sua volta, presentando il suo discorso dal titolo “Caratteristiche e possibilità di gestione della resistenza agli erbicidi in risaia”, in cui ha detto che «nel riso e in molte altre colture si è assistito, in questi ultimi anni, ad una crescente diffusione di malerbe resistenti. Il fenomeno della resistenza, presente oggi sulla quasi totalità della superficie risicola italiana, è stato fortemente favorito nella sua evoluzione dalla monosuccessione colturale e dalla limitata disponibilità di diserbanti con diverso meccanismo d’azione, determinata dall’adozione di normative comunitarie sempre più restrittive in merito alla sicurezza sanitaria ed ambientale dei prodotti chimici per la difesa delle colture.
Le specie che, nelle nostre condizioni colturali, hanno fatto rilevare i maggiori problemi di resistenza sono i giavoni, nei confronti dei diserbanti inibitori dell’enzima ALS (Acetolattato sintetasi) e dell’ACCasi (Acetil-CoA Carbossilasi). Schoenoplectus mucronatus, Cyperus difformis, Alisma plantago-aquatica e riso crodo, invece, hanno sviluppato resistenze unicamente nei riguardi di erbicidi inibitori dell’ALS. Il contenimento di questo fenomeno richiede l’adozione di articolati programmi di gestione, basati sull’applicazione di strumenti agronomici, colturali e chimici, quali ad esempio l’alternanza della semina in acqua con quella in asciutta, la rotazione colturale (ove possibile), l’applicazione della falsa semina, l’impiego di erbicidi in pre-semina e la miscela di erbicidi con diverso meccanismo di azione».
Le epiresistenze
Maura Brusoni, Università degli Studi di Pavia, è entrata più nel dettaglio del progetto Epiresistenze, spiegando che «il progetto intende investigare l’insorgenza di fenomeni di resistenza nei giavoni che non sono indotti da modificazioni del patrimonio genetico, come avviene nella maggior parte delle resistenze ad oggi note, ma sono dovuti a meccanismi epigenetici, che agiscono inibendo o attivando l’espressione di un gene in risposta a fattori di stress. Dal momento che i meccanismi epigenetici sono influenzati dai fattori ecologici, è importante considerare le interazioni con i fattori ambientali per prevedere e monitorare correttamente l’evoluzione della resistenza agli erbicidi.
Il progetto si propone di individuare le epiresistenze in Echinochloa spp., di ottenere un quadro della distribuzione in Lombardia dei fenomeni di resistenza epigenetica, di individuare i fattori edafici abiotici e biotici che li influenzano e di valutare strategie agronomiche per ridurre l’incidenza delle resistenze in funzione dei risultati ottenuti. Il progetto potrà concorrere al raggiungimento degli obiettivi della Direttiva 2009/128/CE sull’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari e di alcuni obiettivi dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile». (Segue nei prossimi giorni) Autore: Ezio Bosso