La produzione di riso italiano è il frutto del lavoro degli imprenditori agricoli, che conducono 4433 aziende e coltivano i 235.000 ettari di risaia italiana (dato 2012), e degli industriali risieri italiani. La Comunità europea riconosce dei contributi ai risicoltori. L’Ente Nazionale Risi è stato a lungo l’organismo pagatore e svolge tuttora funzioni di raccordo con l’Ue e il Ministero delle politiche agricole, da cui è vigilato. Questo ente pubblico economico è responsabile anche della tutela del prodotto italiano e promuove la ricerca sulle diverse varietà di riso attraverso il Centro ricerche sul riso di Castel d’Agogna, in provincia di Pavia. In questo campo è attivo dall’inizio del Novecento anche un altro centro pubblico di ricerca, il Cra-Ris, ex Sezione sperimentale di Risicoltura di Vercelli. Entrambi gli enti hanno progetti in comune con le Regioni interessate a questo prodotto. Tutti i risi coltivati in Italia, brevettati dai loro costitutori, devono essere registrati: provvede a questo compito l’Ente Nazionale Sementi Elette, attualmente oggetto di riforma. Le stretegie economiche sono elaborate dalle organizzazioni sindacali: Confagricoltura, Coldiretti e Cia per gli agricoltori e Airi-Federalimentare per l’industria.
CHE FINE FA IL CHEROSENE?
Sottolineiamo un’emergenza mentre parte il monitoraggio