Un weekend da dimenticare quello appena trascorso. Ricordiamo anche che sarebbe dovuto essere un weekend di “vita” per l’agricoltura e per il mondo intero, data la ricorrenza annuale della Giornata Mondiale dell’Acqua. Cerchiamo di vedere anche il bicchiere mezzo pieno: in questo quadro, l’Italia può vantare innovative esperienze tecnologiche e consolidate competenze lungo la filiera dell’acqua, di cui i Consorzi di bonifica e irrigazione sono parte integrante anche in questi giorni gravi, ma determinanti per il futuro del Paese. «Non è stato possibile pertanto festeggiarla adeguatamente, anche se per noi è un momento molto importante per promuovere una discussione sul valore della risorsa e sul ruolo degli enti gestori – ci dichiara Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI –In tutta Italia i lavoratori degli enti consorziali sono impegnati quotidianamente nelle operazioni di manutenzione e gestione idraulica: chi in ufficio, chi all’aperto, ma anche da casa grazie allo smart-working, che evidenzia, una volta di più, l’elasticità operativa, presente nei Consorzi di bonifica ed irrigazione. Contestualmente, si sta lavorando per l’apertura dei cantieri, che vedranno investimenti per circa un miliardo di euro, finalizzati al miglioramento della rete idraulica italiana». E le preoccupazioni cominciano a farsi sentire anche in risaia. (Segue dopo la foto)
Situazione di incertezza
«Siamo sull’attenti – spiega Carlo Zaccaria, risicoltore nella Baraggia – abbiamo comunque adottato tutte le misure di sicurezza con i dovuti accorgimenti. Sul lato commerciale abbiamo riscontrato una grande mancanza negli ordini di consumo di riso da interno (ovviamente da parte dei ristoratori con tutte le attività che hanno chiuso per l’emergenza), mentre per la Gdo il mercato è completamente diverso in questa situazione. Abbiamo chiuso lo spaccio commerciale e utilizziamo solo i corrieri, che comunque hanno difficoltà e rallentamenti nei tempi di consegna a causa dell’elevato numero di ordini. Andiamo a regime ridotto anche con l’impianto di lavorazione del riso. Bisogna sempre avere un occhio per le spedizioni con l’estero. Fino a settimana scorsa abbiamo consegnato, ora staremo a vedere come evolve la situazione».
Smart ma non troppo
Si lavora normalmente in campo, questo si sa, ad oggi è un privilegio ma, non senza intoppi… Alessandro Depaoli, risicoltore Bellinzago Novarese racconta: «non si può più usufruire degli uffici, cerchiamo di portare avanti le pratiche via telematica con l’assistenza degli operatori: i servizi risultano più macchinosi, per i Psr per esempio, bisogna scannerizzare e poi rimandare per due/tre invii gli stessi fogli, gli stessi documenti. Sicuramente per gli agricoltori, abituati da sempre alla praticità nelle cose, lo Smart-working non è una modalità concepita proprio come “smart” ma, ci si adatta alle esigenze del momento, come si è sempre fatto!»
Un Paese a due velocità
«Sembra che si viaggi a due velocità: in campagna si procede come di consueto, poi, appena si esce e si passa in paese o città per raggiungere altri campi e/o usufruire dei servizi di prima necessità ed urgenza, tutto è fermo e desolato. Davvero surreale – queste le impressioni di Paolo Rossi, risicoltore di Valle Lomellina – Ci tengo a sottolineare un aspetto importante: tutti noi ci auguriamo, quale settore strategico e importante di questo Paese, di essere ricordati anche dopo questa pandemia: molte aziende agricole sono state costrette a chiudere per le importazioni indiscriminate o per mercati penalizzanti che portano ad un depauperamento del settore. Che possa essere un segnale forte al governo e alle istituzioni tutte, per guardare anche all’agricoltura con più rispetto e con un occhio di riguardo» conclude. Autore: Martina Fasani