Il presidente dell’Ente risi Paolo Carrà interviene sul Covid 19 con una riflessione sui limiti della globalizzazione – «Negli ultimi anni sono aumentate specie infestanti, insetti, patogeni che non sono autoctoni e pertanto non avendo limitatori naturali, non siamo in grado da subito di trovare il sistema di lotta più efficace» – ma anche sulla sua necessità: «Possiamo pensare di fermare questi effetti negativi, fermando il processo di globalizzazione? Certo che no. Però dobbiamo capire che è arrivato il momento di tirare un po’ il freno perché quanto sta accadendo sta creando e creerà danni economici notevoli».
Carrà punta il dito contro l’Ue che «deve fermarsi a riflettere. Se la Commissione non sarà in grado di muoversi con rapidità e fare scelte di un certo spessore, ne andrà della sua credibilità. Il nostro stesso settore è stato testimone di decisioni motivate sovente da valutazioni puramente economiche, finanziarie ed ideologiche e non per indirizzi politici strategici di settore. Credo che questa crisi sia il banco di prova per la futura esistenza dell’Unione. In queste frangenti è importante però anche cercare di vedere il bicchiere mezzo pieno». (Sai cosa seminare?)
Infine, il presidente dell’Ente Risi si dice convinto che «si stia riaffermando l’importanza della competenza. Da troppi anni le persone competenti sono state messe in discussione da chi basava e basa le proprie certezze su quanto appreso dal web. La comunicazione istituzionale ha dovuto sovente smentire le fake news, non sempre riuscendoci, tanto forti erano i movimenti di opinione. La competenza non può e non deve essere apprezzata solo nei momenti di pericolo. Solitamente il genere umano fa poco tesoro delle vicende storiche che lo riguardano. Mi auguro che questa fase serva a tutti noi a riconsiderare quelle che sono state le nostre certezze e le nostre priorità fino ad oggi» conclude.