Tra le misure di mitigazione dell’inquinamento per prodotti fitosanitari applicate al suolo, che sono previste dal nuovo Par lombardo, vi è l’interramento che si attua mediante operazioni meccaniche (es. fresatura, applicazione in solco di semina) o con un intervento irriguo (es. per aspersione di 5-10 mm, drip irrigation,..). Secondo le esperienze acquisite in diversi Paesi europei, l’interramento consente di ridurre tra il 25 e il 50% le quantità trasportate per ruscellamento nel caso di prodotti poco assorbiti ai colloidi e tra il 35 e il 70% nel caso invece di quelli fortemente adsorbiti. L’attività di mitigazione del ruscellamento con interramento è circa del 40%.
Il potere dei solchi
Anche la realizzazione di un solco può garantire una mitigazione discreta degli eventi di ruscellamento più consistenti e una mitigazione molto buona di quelli di minore intensità (circa il 20%). La corretta localizzazione di un solco è decisiva per la sua funzionalità e in ogni caso deve essere disposto ortogonalmente al flusso di ruscellamento. Deve essere aperto prima o subito dopo l’applicazione del prodotto fitosanitario, avere una profondità di almeno 40 cm ed essere mantenuto in efficienza almeno per 45 giorni dopo l’ultimo trattamento. Se viene combinato con la fascia di rispetto vegetata – di chi abbiamo già parlato – deve essere posto prima di essa, in modo che l’acqua di ruscellamento la investa con flusso laminare, lento e verosimilmente meno concentrato. Inoltre, localizzando il trattamento, ovvero applicando del prodotto solo lungo la fila, a tratti o a macchie e in ogni altro caso in cui non si applica il prodotto sull’intera superficie (senza modifiche della dose/ha trattato), si mitiga proporzionalmente il ruscellamento. La localizzazione lungo la fila nei trattamenti di diserbo di pre-emergenza (larghezza 20-25 cm), comporta una riduzione di dose compresa tra il 40% e il 70%. Questa tecnica richiede un’integrazione efficace tra il mezzo chimico e quello meccanico (sarchiatura tra le file).
Quando c’è tanto limo…
La rotazione colturale influenza in maniera importante il contenuto di sostanza organica del suolo con conseguenti effetti sulla struttura, sugli aggregati, sulla capacità di ritenzione idrica e sull’incremento della degradazione e dell’assorbimento dei prodotti fitosanitari. I suoli con un elevato contenuto di limo (>30%) sono frequentemente soggetti a fenomeni di ruscellamento a seguito di formazione di crostosità sulla superficie del terreno. In queste condizioni si rendono necessari interventi per aumentare la capacità di infiltrazione nel terreno, come ad esempio quelli volti alla riduzione del compattamento e ad aumentare la presenza dei residui organici nel terreno, oltre alle diverse operazioni meccaniche di rottura della crosta del terreno. E’ necessario sempre evitare il compattamento sottosuperficiale del terreno. A tal scopo si può ricorrere all’uso di pneumatici a bassa pressione o ruote gemellate, evitando possibilmente di transitare sui terreni umidi non coperti da vegetazione, ed mettendo in atto interventi di ripuntatura per eliminare il compattamento degli strati sottosuperficiali.
L’importanza delle lavorazioni
Adottando le lavorazioni lungo le curve di livello la superficie del terreno oppone maggiore resistenza allo scorrimento dell’acqua, garantendo sia il rallentamento del flusso d’acqua sia l’aumento dell’infiltrazione nel suolo e sfavorendo la formazione di flussi di ruscellamento concentrato. L’impiego di colture di copertura permette di ridurre l’impatto della pioggia sulla superficie del suolo, incrementa la stabilità degli aggregati e la resistenza al compattamento del suolo, migliora l’infiltrazione dell’acqua e riduce il volume di acqua ruscellato. La presenza di residui colturali in campo migliora la protezione del terreno dal rischio di ruscellamento. Sfalci regolari e impiego di vegetazione spontanea o essenze poliennali migliorano l’azione di mitigazione del ruscellamento e limitano gli effetti sfavorevoli sulle colture. La presenza di una vegetazione, regolarmente sfalciata, lungo i canali e i fossi consente di trattenere i sedimenti erosi e favorire l’infiltrazione e l’evaporazione dell’acqua in modo da proteggere le aree poste a valle dall’apporto di acqua e sedimenti. Per mantenere l’efficienza di queste strutture occorre provvedere alla rimozione periodica dei sedimenti trasportati dalle acque e favorire l’insediamento di una copertura vegetale in grado di tollerare condizioni di sommersione. A valle dei fossi, prima della confluenza nei corsi d’acqua si suggerisce di mettere in opera, ove possibile, strutture di dispersione dell’acqua, quali ad esempio barriere artificiali costituite da fascine tronchi, rami e pietre allo scopo di rallentare e disperdere l’acqua e di trattenere le particelle di suolo da essa trasportate. Autore: Martina Fasani