Si studiano insetticidi non velenosi per gli insetti: ci stanno lavorando gli esperti di NEUROSTRESSPEP, un nuovo progetto portato avanti da un consorzio di ricerca finanziato dall’UE, che ha lavorato su una nuova generazione di prodotti, trasformando gli ormoni degli insetti. Il progetto ha creato sostanze chimiche simili agli ormoni naturali degli insetti, che ora possono essere utilizzati per sviluppare pesticidi “verdi”. Questi biopesticidi colpiscono alcuni insetti proteggendone altri e possono essere potenzialmente utilizzati in agricoltura, orticoltura e persino silvicoltura senza causare danni. I pesticidi sono stati usati infatti per decenni per controllare i parassiti e gli insetti che attaccano le colture trasmettendo malattie infettive. Ma questo ha un costo. Le sostanze tossiche che contengono possono danneggiare la salute e l’ambiente, mentre alcuni parassiti possono sopravvivere e diventare resistenti ai prodotti chimici. Si stima che circa 500 specie di insetti abbiano sviluppato questa capacità negli ultimi 50 anni, costando all’agricoltura statunitense circa 10 miliardi di dollari ogni anno. Queste preoccupazioni hanno indotto i legislatori europei a votare per il divieto dei neonicotinoidi, il tipo di insetticida più utilizzato al mondo, alimentando gli sforzi dei ricercatori per trovare modi “più ecologici” di controllo dei parassiti responsabili di almeno il 40% delle perdite di raccolto a livello globale. Parte del problema con i pesticidi convenzionali è che possono avvelenare insetti dannosi e benefici come le api da miele.
Il coordinatore del progetto, Shireen Davies dell’Università di Glasgow, nel Regno Unito spiega: «Siamo riusciti a generare decine di ceppi di insetti transgenici. Lavorando con 20 specie di insetti e utilizzando tecniche avanzate, i ricercatori si sono concentrati su ormoni che aiutano il cervello e i tessuti a comunicare tra loro. Hanno iniziato osservando più da vicino questi ormoni naturali negli insetti, al fine di identificare strutture chimiche uniche per loro. Hanno quindi sviluppato sostanze artificiali simili ma costruite in modo tale da bloccare la capacità degli insetti di sopravvivere e riprodursi, abbattendosi nell’ambiente senza lasciare residui nocivi. Hanno anche modificato geneticamente gli insetti maschi in modo da impedire loro di produrre gli ormoni. Quando vengono rilasciati in natura per accoppiarsi con femmine “normali”, gli insetti neonati porteranno anche il tratto genetico letale. Nel tempo, ciò riduce il numero di insetti dannosi».
Tra le pubblicazioni del progetto c’è un database con oltre 5.000 ormoni degli insetti, da cui i ricercatori hanno prodotto molte potenziali sostanze, candidate a diventare biopesticidi. Dopo i test in laboratorio, sono iniziati i test sulle versioni prototipo dei biopesticidi nelle prove in serra per valutare il modo in cui funzionano contro gli insetti che attaccano colture come cereali e verdure. Il prossimo passo è testarli all’aperto, nel mondo reale. «Certo, alcuni di questi saranno ora commercializzati – ma dobbiamo ancora superare diversi ostacoli», aggiunge Davies. Passare dalla ricerca alla commercializzazione di un prodotto è un processo lungo e complesso che prevede il rispetto degli standard normativi e test approfonditi. Per tale motivo, il progetto ha presentato domanda di brevetto e ha costituito una società spin-out, una start-up che può lavorare più facilmente con i partner del settore per preparare i nuovi prodotti chimici per il mercato. «Quest’anno abbiamo avuto un notevole interesse [dall’industria] in vista di ciò che potrebbero diventare questi prodotti dal punto di vista commerciale», afferma Davies. Nel corso del progetto, che ha riunito competenze provenienti da tutto il mondo, 25 ricercatori sono stati formati in tecnologie all’avanguardia, dalla genomica funzionale alla metabolomica e all’imaging avanzato. Il team ha anche lavorato a stretto contatto con agenzie nazionali come il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti. I risultati sono stati discussi con il pubblico, gli agricoltori, i responsabili politici e l’industria, che condividono tutti la preoccupazione di trovare modi “più ecologici” di controllo degli insetti nocivi per garantire la sicurezza alimentare e soddisfare le esigenze dei consumatori. Autore: Manuela Indraccolo