Non ci si pu fidare pi neppure delle etichette. Perch, se siete di quelli che prima di acquistare un alimento leggete bene l’etichetta nutrizionale obbligatoria che riporta la presenza di calorie e grassi contenuti, dovete stare attenti. Spesso, infatti, le etichette sono delle simpatiche bugie. O, meglio, non dicono sempre la verit . A svelare i trucchi che si nascondono dietro le tabelle nutrizionali, il Salvagente, quotidiano on-line dei consumatori, che prende in esame le insalate di riso. Oggi, i consumatori sono sempre pi attenti alla quantit di grassi che si assumono con i pasti. Una curiosit difficile da soddisfare, specie quando si confrontano i condimenti per insalata di riso. Non troppo costosi, di facile conservazione e pronti all’uso, da maggio a settembre questi condimenti spopolano e conquistano sempre nuovi consumatori. L’anno scorso ne sono stati acquistati oltre 55mila quintali, quasi un barattolo a famiglia, il 2,4% in pi del 2006, secondo un trend in continua crescita dalla met degli anni 80. Negli ultimi anni, per andare incontro alle esigenze dei consumatori, alcune aziende hanno introdotto sulla fascetta che avvolge il barattolo anche l’etichetta nutrizionale, ma il risultato non dei pi chiari. Infatti, anche quando presente, l’informazione riferita dai produttori indica la quantit di grassi presente in 100 grammi di prodotto. Il problema che il dato non confrontabile, perch alcuni si riferiscono a 100 grammi di prodotto completo, composto principalmente dal mix di verdure e dall’olio, mentre altri riferiscono ili valore relativo al condimento sgocciolato. Tra gli 8 prodotti valutati dal Salvagente, danno la percentuale di grassi ogni 100 grammi di prodotto tal quale i Sacl (39,8%) e Sma (32,9%); quella sullo sgocciolato invece riferita da Berni (9,8%), Polli (5,5%), Coop (13,2%) e Conad (6,5%). Ponti, che non inserisce il dato in etichetta, ci comunica una percentuale di 4,20 grammi sullo sgocciolato della sua Peperlizia. Gs, invece, non dichiara cifre e spiega che il grasso quello dell’olio: per conoscerne la percentuale basta detrarre lo sgocciolato dal peso netto. Tuttavia, secondo l’analisi condotta dal Salvagente, anche dopo avere eliminato l’olio con lo sgocciolamento, restano altri grassi: quello dell’olio rimasto tra le pieghe degli ortaggi, quello assorbito dalle verdure e i grassi delle olive, presenti in misura diversa in ogni barattolo. Accanto ai big Peperlizia di Ponti e Condiriso di Berni, che nell’ordine detengono le prime due quote di mercato (23,2 e 19,4%), il Salvagente ha provato altri 6 condimenti: quello di Sacl , terzo attore del segmento (18,6%), di Polli (unico con la certificazione aziendale di qualit ) e di 4 marchi della grande distribuzione, Sma, Gs, Coop e Conad. Ma come si realizza un condimento per insalata di riso? Il giornale svela che queste conserve si ottengono dalla lavorazione di diverse verdure che, dopo alcune trasformazioni, sono messe a contatto con aceto di vino e infine con olio. In particolare, la bollitura in aceto necessaria per rendere le verdure conservabili per molto tempo a temperatura ambiente, circa due-tre anni. Per quanto riguarda le verdure, a eccezione di un solo prodotto – quello di Sacl che aggiunge un po’ di extravergine – l’intero campione impiega solo olio di girasole. Nella ricetta c’ chi aggiunge aromi e spezie (Polli, Ponti e Conad) e chi adotta ingredienti funzionali al gusto o alla stabilit del condimento, come lo zucchero per ammorbidire il gusto acido dell’aceto o anidride solforosa con azione conservante antiossidante, che per pu creare problemi di salute alle persone sensibili a questo componente. Inoltre, secondo gli esperti del quotidiano dei consumatori, nei prodotti di Sma e Conad, c’ un’acidit che rende sgradevole l’insalata e l’allontana ancora di pi dalla tradizione culinaria italiana. Nella rilevazione nei supermercati (dove esistono oscillazioni di prezzo anche rilevanti) il prodotto pi economico quello di Coop, a 0,55 euro per 100 grammi, il pi costoso quello di Sacl , a 0,95 euro. Il nutrizionista Andrea Ghiselli – primo ricercatore dell’lnran, l’Istituto nazionale di ricerca per gli alimenti e la nutrizione – fornisce alcuni consigli utili. Per cominciare, va sfatata la leggenda della leggerezza dell’insalata di riso. "In realt , come apporto calorico, l’insalata di riso abbastanza impegnativa. Da sola, una porzione di 80 grammi di riso apporta gi quasi 300 calorie; aggiungendo olio e altri ingredienti si arriva presto a 400-500 calorie, che sono un quarto del totale calorico normalmente consigliato in tutta la giornata". Secondo Ghiselli, "Se all’insalata di riso condita con i preparati in barattolo aggiungiamo tonno, wurstel, pezzettini di formaggio, dadini di prosciutto evidente che appesantiamo un po’ il tutto. La sola maionese apporta 655 Kcal/100 grammi: vuoi dire che ogni cucchiaio da cucina vale 65 calorie. Tuttavia, se trasformiamo l’insalata di riso cos arricchita in un piatto unico va bene, anche perch eliminiamo dal pasto il pane che avremmo mangiato con il secondo", dice il nutrizionista, che suggerisce di completare il pasto con un frutto e di non dimenticare di mangiare una ricca porzione di verdura nel pasto serale.
IL RISO E’ SOST
Presentati i risultati della sperimentazione Risosost