In questi giorni si discute di prezzi, non esaltanti, e di rese, che sembrano essere un’incognita. Breve e doverosa premessa: i dati che arrivano dalle mietitrebbie sono parziali, quindi siamo ancora alle sensazioni. Quelle che fanno dire ad alcuni risicoltori che i granelli sono più piccoli del solito, un fenomeno che può essere legato all’andamento climatico della primavera/estate e che può comportare un abbattimento della resa media. Con corollario di polemiche, visto che una cariosside di Carnaroli più piccola può essere pagata meno – se non venire assimilata addirittura alle rotture – ma resta pur sempre una cariosside di Carnaroli e come tale finisce nella scatola e nel piatto. Al momento, nessun tecnico si espone con valutazioni ufficiali, ma la Coldiretti ha emesso una nota nazionale in cui segnala che viviamo un anno particolare: «il 2018 si classifica fino ad ora al quarto posto tra gli anni più bollenti del pianeta facendo registrare una temperatura media sulla superficie della Terra e degli oceani, addirittura superiore di 0,76 gradi rispetto alla media del ventesimo secolo». Se il caldo condiziona la maturazione e quindi il rendimento della campagna, non si può dire lo stesso dei prezzi, che restano talmente freddi da impedire, finora, una quotazione. A sentire quel che si dice, l’indica raccolto in questi giorni si venderebbe a 30 euro per contratti lunghi e sotto i 28 per il ritiro immediato. Nei prossimi giorni, probabilmente, avremo dati ufficiali che permetteranno di capire l’andamento di una campagna dalle molte incognite.
PAGANINI PREMIATO DAL MERCATO
Paganini resiste al brusone più del Vialone Nano, assicura un 20% in più di produzione e anche rese più elevate e stabili