Incertezza anche in Sardegna sull’erogazione dei fondi della Politica agricola comune (Pac). La Regione ha avviato un’istruttoria per sostituirsi all’organismo pagatore Agea. Il 14 ottobre è previsto il via dell’Organismo pagatore regionale Argea, soluzione attesa ma per la quale l’agenzia isolana non risulterebbe ancora pronta. Non essendo ancora Opr regionale accreditato, Argea si occupa dell’istruttoria delle domande e della pubblicazione degli elenchi (fase di autorizzazione). Quando si determina la concessione, l’agenzia ha l’obbligo di pubblicarne i dati (dl. 33/2016). Le verifiche strutturali spettano ancora ad Agea.
La rabbia degli allevatori
Nel frattempo agricoltori ed allevatori hanno espresso seri dubbi sull’ente pagatore regionale sardo. «Quello che sta accadendo è il risultato di una scelta azzardata – lamenta Luigi Masala, allevatore di Irgoli (Nu) che ci ha interpellato – devono dare garanzie al mondo agro-pastorale sardo: chiarire il prima possibile cosa sta succedendo o si rischia di uccidere la nostra agricoltura, già messa in ginocchio da una serie di criticità che vanno avanti da troppo tempo». Si lamenta la mancanza di informazione. Pare che molte aziende debbano ancora ricevere soldi del 2016, poiché in domanda c’era un’anomalia, la cui dicitura però non compare nell’elenco degli errori quindi non si sa come risolvere la pratica, ci raccontano. Su quella stessa domanda alcune aziende hanno ricevuto un acconto nel giugno 2018 ed aspettavano il saldo a giugno. «C’è stato anche un rimbalzo della stessa pratica, dalla Regione a Roma e di nuovo alla Regione per capire cosa sia questo “codice errore”: nulla di fatto e quando i contributi arriveranno (se arriveranno), noi saremo già fuori mercato. Per i nuovi anticipi, dicono, si inizierà a fine ottobre con il premio unico 2019 e poi il resto delle domande». Cia Nuoro (a cui Masala è associato) ci racconta che per i pagamenti Pac e Psr allo stato attuale, è stata riscontrata una totale mancanza di liquidazione delle pratiche 2016; liquidate per il 50% le pratiche 2017; mentre per quanto riguarda l’istruttoria delle pratiche 2018 non è ancora avvenuta. Alcune misure che hanno periodo di decorrenza di un anno, sono slittate di almeno un ulteriore anno.
Anche i risicoltori fremono
Se la situazione per gli allevatori è drastica, coloro che coltivano riso ed altri cereali hanno senza dubbio un po’ più di respiro, tuttavia anche per i risicoltori della provincia di Oristano persistono i mancati pagamenti: Antonio Sanna, agricoltore di Siamanna (Or) e presidente della OP Riso, spiega: «Con la Pac siamo in perfetto tempismo, ci hanno pagato il saldo nei tempi dovuti. Per i Psr, invece, dal 2016 non abbiamo ancora ricevuto nulla. Anche la misura 4.1, già collaudata da un anno, ancora non è stata liquidata: a metà agosto siamo stati sottoposti al controllo di secondo livello e poi stop, nessun aggiornamento per ora».
Il nodo Psr
Secondo Coldiretti Oristano, una svolta nel 2019 si è avuta con la possibilità di ricevere l’anticipo del 50% a luglio (prima era a novembre) per i Psr a superficie, mentre sulla domanda unica a livello massivo non sono state riscontrate situazioni gravi. Per i Psr si assiste ad un momento di stasi sulle misure agro-ambientali (difesa integrata e del suolo che implicano livelli di controllo complessi ma risultano essere anche le più premianti). Le aziende che hanno assunto i maggiori impegni si ritrovano in attesa: chi aveva aderito alla Misura 10, ha visto solo nei giorni scorsi recapitarsi i primi pagamenti dal 2016 e, oltretutto, solo per una parte di aziende che vi avevano aderito tempestivamente.
Falchi: chiediamo maggiore reattività
Confagricoltura Oristano conferma il mancato pagamento delle misure agro-ambientali per il 2016. Nello specifico, le aziende risicole si sono viste bloccare il 50% solo per la Misura 10. «Abbiamo espresso qualche perplessità circa questo passaggio istituzionale da Agea ad Argea poiché tutta una serie di rallentamenti e degli aggravi sui costi non accettabili per la Regione che, indubbiamente si ripercuoteranno anche sugli agricoltori – spiega Elisabetta Falchi, Vice Presidente nazionale di Confagricoltura – La risicoltura sarda ritiene estremamente importante l’adesione a quelle misure che contribuiscono alle sostenibilità del settore e ad un’incentivazione della qualità del prodotto, nonostante comportino spese ingenti, tuttavia recepite dai risicoltori come più che funzionali per il nostro settore. Vorremmo sicuramente constatare una maggiore reattività all’interno del comparto burocratico che si ponga in linea con lo standard dei nostri obiettivi». Autore: Martina Fasani