Oltre 110 giorni consecutivi senza piogge, temperature superiori di oltre 2 gradi alla media, il peggior afflusso di precipitazioni degli ultimi 65 anni. Il 2022 è stato l’anno dei record, in senso negativo, per il Piemonte, colpito da una delle siccità più gravi dell’ultimo secolo. Ne ha parlato il nuovo direttore di Arpa Piemonte, Secondo Barbero, durante il recente convegno “La risorsa idrica in Piemonte – Le strategie di gestione idrica in agricoltura” organizzato dalla Regione per fare il punto sulla situazione attuale legata alla risorsa idrica, e gli scenari futuri.
Scenari drammatici, stando a quanto dichiarato il numero uno dell’Agenzia regionale di protezione ambientale piemontese. “Oltre ad un inverno siccitoso – ha detto Barbero – abbiamo avuto un maggio 2022 molto caldo: ricordiamo un anticipo di fusione della neve, quella poca neve che c’era, e quindi l’acqua nei fiumi era purtroppo destinata velocemente a ridursi. Questo aveva provocato i primi impatti sul mondo agricolo; successivamente nell’estate c’erano state di nuovo temperature molto alte, e quindi anche dal punto di vista idropotabile si cominciava ad avere qualche situazione da dover gestire in emergenza”.
SICCITA’ E TEMPERATURE ALTISSIME: L’ECCEZIONE DEL 2022
Il 2022 si è caratterizzato quindi per una serie di concomitanze: temperature altissime, l’anno più caldo degli ultimi 65 anni in Piemonte (a Torino degli ultimi due secoli e mezzo). “Tutto questo – ha proseguito Barbero – si è combinato con l’altro fattore importante, la scarsità di pioggia. Questa combinazione di elementi è ciò che ha rappresentato il problema principale.
Lungo tutto l’anno abbiamo osservato valori di portate dei fiumi che sono state risultate ai minimi storici, in maniera diffusa dalla foce del Po ai corsi d’acqua alpini. Sulle piogge, cioè l’elemento che influenza maggiormente questa situazione, abbiamo chiuso il 2022 con il -41% di pioggia media sull’intera regione, alcune aree della pianura sono andate anche peggio. Ma soprattutto la situazione è continuata ancora quest’anno: nei primi due mesi del 2023 eravamo a -66% di precipitazioni. Le temperature sono state molto al di sopra della norma: a gennaio +0,72°C, febbraio molto sopra la norma, con +0,72°C”.
CI ASPETTA UN ESTATE PROBLEMATICA
Cosa aspettarsi per il futuro? “Le proiezioni non sono incoraggianti – ha concluso Barbero -. Se da qui fino a fine 2023 tutti i mesi facessero registrare condizioni di pioggia e temperature normali, le condizioni a lungo termine sarebbero ancora lievemente siccitose, e riusciremo ad arrivare quasi alla normalità a fine anno.
Quindi, quest’estate, qualche problema dovremo affrontarlo. Certamente ci si sta muovendo per mettere a disposizione dell’agricoltura nuovi elementi e strumenti per usare al meglio la risorsa. Si sta ragionando per consentire di avere dei prodotti a scala per usare al meglio le risorse disponibili, compresi gli strumenti satellitare, e disporre di dati aggiornati e puntuali sulla situazione attuale. Ovviamente alle variabili normali si aggiungono anche quelle che per il mondo dell’agricoltura sono importanti per la pianificazione. Ma anche un supporto per la valutazione delle previsioni a medio termine”. Autore: Roberto Maggio