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IN COREA VENTI DI GUERRA E SCORTE DI RISO

da | 27 Set 2017 | Internazionale

Con i venti non proprio rasserentanti che provengono dalla Corea del Nord, dall’altra parte della frontiera il Governo sudcoreano punta a garantirsi la tranquillità sul mercato interno: per questo ha annunciato che aumenterà l’acquisto di riso locale, che sarà stoccato quest’anno per aiutare a stabilizzare i prezzi sul mercato interno, che consuma sempre meno riso. Lo ha dichiarato qualche giorno fa il ministero dell’Agricoltura, dell’Alimentazione e degli Affari rurali; ha ribadito infatti che acquisterà 350.000 tonnellate di riso raccolti quest’anno dal 25 settembre al 31 dicembre, con un incremento notevole. L’anno scorso aveva acquisito 82 mila tonnellate di risone, che quest’anno diventeranno 90 mila, a cui si aggiungono 260.000 tonnellate di riso confezionato. Circa 10.000 tonnellate saranno conservate per la riserva ASEAN Plus Three Emergency Rice; Seoul prevede infatti di inviare aiuti alimentari alle nazioni in via di sviluppo, come ha confermato il ministero. Si tratta di una programma lanciato nel 2013 da 10 paesi dell’ASEAN e dai tre paesi dell’Asia nordorientale della Corea del Sud, Giappone e Cina:  mira a salvaguardare la sicurezza alimentare della regione in caso di emergenze, come inondazioni e siccità. Questo consentirà anche a governo di Seul per affrontare le eccedenze croniche di riso nel paese derivanti da una forte riduzione del consumo interno. Circa 300.000 tonnellate di riso sono stoccate nei magazzini dall’anno scorso, dato che la disponibilità di 4,2 milioni di tonnellate supera i 3,9 milioni di tonnellate effettivamente consumati. Quest’anno, il ministero prevede di abolire temporaneamente il pagamento anticipato, di solito concesso agli agricoltori in agosto, prima che il prezzo del riso di ogni anno sia poi fissato a settembre o ottobre. Grazie a questo sistema, introdotto nel 2005, il governo ha versato spesso più fondi del dovuto. Ma l’anno scorso i risicoltori hanno dovuto restituire parte dei soldi ricevuti in anticipo dopo che il governo non è riuscito a prevedere correttamente i prezzi del riso, causando disagi e proteste.

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