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IL TRICICLAZOLO FA MALE SOLO SE LO USIAMO NOI

Triciclazolo
La Commissione per l’agricoltura e lo sviluppo rurale (Comagri) del Parlamento europeo ha affrontato questa settimana la situazione paradossale in cui si trovano i consumatori e i produttori di riso dell’Unione europea. La situazione avviene dopo la proposta di revisione al rialzo da parte della Commissione europea del limite massimo di residui di triciclazolo consentito nelle importazioni di riso da Paesi terzi.

ALZARE IL LIMITE MASSIMO DI TRICICLAZOLO

Alcuni mesi fa, la Commissione europea ha lanciato una proposta per aumentare il limite massimo di residui di triciclazolo consentito nel riso importato da Paesi terzi dallo 0,01% allo 0,09%. Il paradosso di questa proposta è che l’uso del triciclazolo è vietato nell’agricoltura europea. Pertanto, il riso coltivato in qualsiasi altra regione produttrice dell’Unione Europea non può contenere nemmeno la minima traccia di triciclazolo. Invece, il riso prodotto al di fuori dei nostri confini, se la proposta dovesse avere successo, potrebbe entrare nei mercati europei con tracce di triciclazolo fino allo 0,09%.

 

SECONDO I SINDACATI AGRICOLI E’ TUTTO INSENSATO!

Secondo il sindacato degli agricoltori Asaja-Sevilla, questa situazione è del tutto insensata. Infatti, se il triciclazolo non è dannoso per la salute umana o per l’ambiente, o almeno non a certe dosi, tutti i produttori, compresi quelli europei, dovrebbero poterlo utilizzare.

Se il triciclazolo è davvero dannoso e l’Ue stabilisce il divieto di utilizzarlo nelle colture europee per salvaguardare l’ambiente e la salute dei suoi consumatori, dovrebbe estendere il divieto anche al riso importato. Riso importato per lo più destinato al consumo umano e raggiungerà poi i negozi e i supermercati. Qui i consumatori europei acquistano.

LA PROPOSTA NON HA LA MAGGIORANZA

Questa proposta di aumento del limite non ha ottenuto la maggioranza richiesta dal Comitato permanente per le piante, gli animali, gli alimenti e i mangimi (ScoPaff). Quindi, seguendo la procedura comunitaria, arriva ora al Parlamento europeo, dove questa settimana si è svolto il primo scambio di opinioni in seno alla Commissione Agricoltura.

I deputati che hanno partecipato a questo primo scambio di opinioni il 19 luglio sono: H. Dorfmann, M. Häusling, P. Ghidoni, G. Lebreton, I. Carvalhais, D. Buda, P. Jahr, I. Tolleret e C. Gruffat. Tra gli altri Gruffat ha difeso il prodotto che se non ha realmente effetti negativi dovrebbe essere autorizzato anche nell’UE. Inoltre, se è consentito un limite massimo residuo dello 0,09%, questo limite dovrebbe essere esteso anche al riso prodotto in Europa.

IL PARERE DEGLI EURODEPUTATI SPAGNOLI

Da parte loro, gli eurodeputati spagnoli hanno seguito la stessa linea di argomentazione. Clara Aguilera (Psoe) ha sottolineato che sarebbe cinico chiedere l’aumento di questo livello quando è vietato in Europa. Se ciò venisse consentito, porterebbe alla fine degli accordi con i Paesi terzi. Quindi non si troverebbero su un piano di parità. Gabriel Mato (Pp) si è chiesto cos’ha la Commissione contro gli agricoltori. Come è possibile proibire nell’Ue ciò che è permesso nei Paesi terzi? Mato ha chiarito la sua totale opposizione ai tentativi della Commissione di aumentare il livello di tolleranza del triciclazolo.

Da parte sua, Mazaly Aguilar (Vox), ha mostrato la sua rabbia nei confronti della Commissione, indicando che che senso ha vietarlo in Europa mentre è legale importarlo da Paesi terzi come l’India. La Aguilar denunciato una chiara discriminazione.

NON C’E’ RECIPROCITA’

Attualmente, c’è una situazione di mancanza di reciprocità perché con il divieto di questo fitosanitario, praticamente l’unico efficace contro la Pyricularia, c’è un’enorme riduzione della produttività nell’Unione Europea, mentre i produttori dei Paesi terzi continuano a usarlo e continuano a inviare in Europa riso a cui è stato applicato questo prodotto fitosanitario.

IL TRICICLAZOLO: STORIA DI UNA CONTROVERSIA

La controversia sul triciclazolo nell’Unione Europea ha una lunga storia. I risultati relativi al potenziale tossico e cancerogeno sono stati inconcludenti, tanto che, in base al principio di precauzione, la Commissione europea ha deciso di non autorizzare questa sostanza. Dopo ulteriori approfondimenti, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) ha concluso che un limite  fino allo 0,09% sarebbe sicuro per il consumatore, per cui è stato ripresentato alla Commissione.

Sebbene il Comitato permanente per le piante, gli animali, gli alimenti e i mangimi non abbia approvato, ma nemmeno si sia opposto, semplicemente non c’erano conclusioni chiare. Pertanto, a settembre verrà presentata una nuova proposta relativa a questo limite, lasciando aperta la possibilità che questo aumento della percentuale di triciclazolo venga approvato. Senza contare che l’Ue potrebbe richiedere nuovamente l’approvazione di questa sostanza, anche per i suoi agricoltori.

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