Parliamo ancora del progetto Innovaweedrice – Tecniche innovative per il controllo delle infestanti in risaia, occupandoci questa volta dell’intervento di Francesco Vidotto dell’Università degli Studi di Torino, il quale ha proposto in tale occasione il suo intervento su“Buone pratiche agricole per la mitigazione della contaminazione da agrofarmaci delle acque superficiali e del rischio di ruscellamento”.
«Il ruscellamento – ha detto in particolare lo studioso – è probabilmente più responsabile dell’inquinamento da fitofarmaci rispetto alla deriva. In questo rischio vengono compresi il ruscellamento superficiale e la percolazione, eventi influenzati dalla conformazione dei suoli ma anche dalle pratiche colturali e dai flussi idrici nel loro insieme. Per diminuire questi fenomeni nel riso, abbiamo valutato diverse misure di mitigazione: il livellamento, capace di fornire maggiore uniformità ed efficienza d’utilizzo dell’acqua; l’adozione di diversi iter di preparazione del terreno (aratura o minima lavorazione), che hanno effetto sulle dinamiche di emergenza delle infestanti; la slottatura e l’intasamento, che può servire nei terreni più sciolti per ridurre la porosità e limitare l’infiltrazione; l’adozione di diverse tecniche di semina, che hanno effetti diversi sullo sviluppo delle infestanti; la sommersione invernale, capace di ridurre la necessità di ricorrere a trattamenti fitosanitari agendo sulla banca semi superficiale; il sistema di circolazione dell’acqua, a camere interconnesse (convenzionale, piccole e medie aziende) o con fosso adacquatore interno (in diffusione in aziende più grandi); la programmazione sgrondo-riempimento, considerando che vi è un’elevata degradazione dei prodotti fitosanitari nei primi 7-10 gg dopo il trattamento, si deve puntare a ritardare il più possibile la sommersione successiva; la riduzione delle dosi (solo se il prodotto riporta intervallo di dosi in etichetta)in camere interconnesse, considerando che è stato registrato l’aumento concentrazione residui da monte a valle; prestare attenzione alla prevenzione da contaminazione diretta, creando argini e aree di rispetto lungo i canali e mantenendo gli argini inerbiti e la vegetazione nei canali». Autore: Ezio Bosso