Più integrazione di filiera, orizzontale e verticale, per superare le difficoltà dell’agricoltura lombarda. È il fulcro della relazione di Giovanni Daghetta (foto piccola), presidente della Confederazione italiana agricoltori della Lombardia, intervenuto ieri, 4 giugno, a Milano, presso la sede di Unioncamere, alla conferenza stampa di presentazione dell’indagine congiunturale sull’andamento dell’agricoltura lombarda. Il primo trimestre 2015 ha evidenziato ancora forti difficoltà per il settore primario regionale, nonostante i segnali di miglioramento del quadro macroeconomico, certificati dagli ultimi dati Istat (arresto della caduta del Pil e lieve ripresa dei consumi alimentari). «Questo fa capire come sia necessario attuare una più forte integrazione di filiera, sia orizzontale, tra agricoltori, sia verticale con i trasformatori – ha spiegato Daghetta-. La creazione di reti di impresa consentirebbe anche alle piccole aziende di esportare con più efficacia i propri prodotti in paesi esteri». In una situazione complessiva segnata da difficoltà per i comparti chiave dell’agricoltura regionale, non a caso, evidenzia il presidente di Cia Lombardia, uno dei settori che registra risultati positivi è quello del vino, «dove l’agricoltore è più direttamente a contatto con il mercato. Negli altri comparti gli agricoltori lavorano invece in rapporto con i trasformatori. E questo conferma ulteriormente quanto sia strategico avere una migliore integrazione di filiera anche verticale. Altro settore che ha conseguito risultati positivi è quello riso», ha proseguito Daghetta. «Si tratta però in questo caso di un fatto congiunturale. Abbiamo avuto una minor produzione in tutto il comparto, ma il rapporto di cambio euro dollaro ha favorito le esportazioni. Resta la spada di Damocle delle importazioni dai paesi meno abbienti come la Cambogia. Una situazione che ci costringe a seminare meno riso Indica: 450mila ettari coltivati in Europa, senza semina di riso Indica sono una cosa assurda», ha affermato il Presidente di Cia Lombardia. «Abbiamo richiesto da tempo l’applicazione della clausola di salvaguardia. In Europa si stanno rendendo conto che questa situazione va tenuta sotto controllo. Nel contempo il settore sta lavorando sulla Cina dove c’è una piccola parte di popolazione benestante che gradisce il nostro confezionamento e le nostre varietà tipiche». (05.06.2015)
DE MINIMIS: IL NUOVO REGOLAMENTO
La Commissione europea pubblica il 13 dicembre 2024, il nuovo regolamento che alza la soglia “de minimis”, a 50.000euro/agricoltore/triennio.