Faccia a faccia con i signori del riso. Martedì a Pavia si sono incontrati Antonio Hernandez Callejas, presidente di Ebro Foods (foto piccola), e Dario Scotti, presidente di Riso Scotti (foto grande), che ha ceduto nel 2013 il 25% delle quote al socio spagnolo. Avvenire in edicola oggi li intervista. Tra l’altro, Hernandez spiega perché convenga comprare made in Italy: «Chi entra in una società italiana come la Scotti acquista la “legittimità” di proporre al mercato un prodotto di qualità – dichiara al quotidiano -. Con Riso Scotti, ad esempio, vogliamo esportare nel mondo il risotto: bisogna educare gli altri popoli a cucinarlo, certo, ma la cultura e la tecnologia sviluppata a Pavia ci permetteranno di diventare leader mondiali anche in questo campo». Scotti, dal canto suo, dice al giornale cattolico che l’operazione «punta ad ottimizzare i propri processi industriali e ad aprire nuovi canali commerciali. Nel nostro caso, era necessario potenziare l’esportazione, perché in un momento di contrazione dei consumi alimentari riuscire a dialogare su una dimensione più ampia è decisivo». L’imprenditore italiano ammette anche che «il momento migliore per espandersi erano gli anni Novanta ma a quel tempo non eravamo pronti». Sia la joint venture che le operazioni precedenti sono avvenute senza incentivi pubblici: «Non ne abbiamo chiesti e comunque non ce li avrebbero dati; questo è un mondo per privati» dice Scotti. Il patto tra le due società prevede che Ebro possa crescere solo fino al 40%. (14.04.14)
L’ACQUA DI OVEST SESIA NON COSTERÀ DI PIÙ
L’approvazione del bilancio di assestamento e il bilancio di previsione senza alcun aumento della tariffa sull’acqua.