Come riporta Gaotrade, in India la seconda ondata ha iniziato a colpire la logistica, dalla lavorazione del riso al trasporto dei carichi al porto, afferma Nitin Gupta, vice presidente del settore riso di Olam India: «Al momento le operazioni non sono interrotte, ma potrebbero fermarsi se i casi continuano ad aumentare». Nel porto/i di Kakinada ci sono in realtà solo sette navi per caricare 104 .000 milioni di tonnellate di riso lavorato: 3 navi per l’Africa, tre per il Vietnam, una per l’Indonesia.
I casi totali di Covid in India hanno superato i 18 milioni la scorsa settimana. La rupia indiana, nel frattempo, è rimasta debole.
Anche il vicino Bangladesh, diventato un grande importatore a causa delle alluvioni che hanno danneggiato i rapporti, è stato colpito da una nuova ondata di infezioni che ha costretto il paese a un blocco prolungato fino al 5 maggio, ostacolando la raccolta del riso a causa della carenza di manodopera.
Domanda di riso in calo per il Covid19 in India
Le chiusure, le restrizioni locali e la paura crescente di Covid-19 hanno avuto un impatto sulla domanda di riso basmati e di olio di palma negli ultimi mesi. In difficoltà hotel, ristoranti e caffè , il che ha danneggiato la domanda di queste materie prime. Le vendite di riso basmati sono calate del 20% dall’inizio di marzo e la domanda di olio di palma, il principale olio da cucina per alberghi e ristoranti, è scesa del 10%. Anche gli esportatori di riso basmati stanno affrontando sfide in mercati come l’Arabia Saudita, dove la domanda è rallentata.
«La domanda è diminuita del 20% da marzo, quando i casi di Covid hanno ricominciato ad aumentare», affermo ET Nathi Ram Gupta, presidente dell’All India Rice Exporters Association. «Inoltre, poiché c’è molta incertezza economica nel mercato, le famiglie stanno anche facendo acquisti basati sui bisogni essenziali».
I produttori sono anche preoccupati per i lavoratori migranti che lasciano la zona del riso basmati: quasi il 10% dei lavoratori migranti che vengono dal Bihar se ne sono andati, e gli imprenditori sperano che altri non lascino l’area. Generalmente, i lavoratori migranti del Bihar lasciano i loro posti di lavoro in questo periodo dell’anno per aiutare le loro famiglie a casa con la raccolta del grano.
Gupta afferma che continuano i problemi con i pagamenti dall’Iran, e questo ha bloccato le esportazioni. L’Iraq è un mercato basato sul credito, dove prima va spedito il riso e poi si ottiene il denaro. Mentre per l’esportazione nelle nazioni europee i produttori indiani devono affrontare i problemi legati ai residui di agrofarmaci.
Sul totale del raccolto indiano di riso della stagione Rabi 2020-2021, che copre 4,5 milioni di ettari di seminativi, circa il 19% sono stati già completati il 25 aprile. In Andra Pradesh, Karnataka e Tamil Nadu il raccolto di riso alla stessa data è stato completato.
Record di produzione del riso
La produzione di riso lavorato nella campagna 2020/2021 dovrebbe raggiungere un livello record di 121 milioni di tonnellate, di cui 104,5 milioni di tonnellate nel raccolto kharif l e 15,5 milioni di tonnellate nel rabi (stagione invernale), equivalenti a 181 milioni di tonnellate di risone.
La produzione totale dello scorso anno è stata di 118,6 milioni di tonnellate (102,3 milioni di tonnellate kharif e 15,6 milioni di tonnellate di rabi).
Nel 2021/2022 la produzione di riso Basmati è prevista inferiore a 9,0 milioni di tonnellate da 2,0 milioni di ettari, rispetto a 9,8 milioni di tonnellate da 2,2 milioni di ettari dell’anno scorso.
La varietà ad alto rendimento Pusa Basmati 1121 (dal 2003) e la varietà Pusa Basmati 1509 (dal 2013), di più breve durata, rappresentano l’80% della superficie totale di basmati piantata nel 2020/2021 e manterranno la loro quota nel 2021/2022.
Le esportazioni di riso nel 2020/2021 sono stimate a un livello record di 15,5 milioni di tonnellate (11,5 milioni di tonnellate di riso grezzo e 4 milioni di tonnellate di riso Basmati), con un aumento del 24% rispetto all’anno precedente.
Con un approvvigionamento record, le scorte di riso del governo al 1° febbraio 2021 sono stimate a 50,4 milioni di tonnellate rispetto alle 44,8 milioni di tonnellate dello stesso periodo dell’anno scorso, e quattro volte le scorte di riserva del governo (13,5 milioni di tonnellate al 1° aprile).
Ipotizzando un maggiore prelievo mensile nella restante stagione commerciale, le scorte finali del governo 2020/2021 sono stimate a 25,5 milioni di tonnellate, e le scorte private a 3,5 milioni di tonnellate.