Il mercato continua a proporre cali importanti, diffusi su quasi tutte le voci a listino, nelle sedute di borsa tenutesi tra lunedì e martedì (leggi l’analisi). Tali ribassi sappiamo essere causati in buona parte dal blocco della domanda, che continua a mostrarsi disinteressata all’acquisto. Ciò è in buona parte dovuto, secondo quanto riferito dai mediatori di borsa, ad un calo al consumo del riso bianco scaturito dai prezzi cresciuti.
«DIFFICILE VENDERE RISO A 5 €/KG»
Analizziamo tale contesto insieme ad Alessandro Sfondrini, risicoltore e socio di Riso Maremma, marchio di vendita del riso lavorato prodotto in Maremma Toscana. «La mia produzione insieme a quella dei miei due soci viene tutta commercializzata in seguito alla lavorazione tramite Riso Maremma Snc. Produciamo principalmente riso da risotto, dei gruppi Arborio e Carnaroli, ed una parte di Thaibonnet. I nostri canali di vendita sono sia diretti, a privati o grossisti, sia attraverso la GDO. Una piccola parte la destiniamo anche a dei clienti esteri. Quest’anno abbiamo anche noi dovuto alzare i prezzi, in seguito all’importante aumento nei costi di produzione e di lavorazione del riso. Appare chiaro come alle cifre attuali, quando il riso arriva a costare 5 €/Kg, sia più difficile vendere al consumatore standard per l’uso domestico. Anche gli alimenti sostitutivi, come la pasta, sono aumentati ma non in questo modo».
«QUOTAZIONI ANCORA SODDISFACENTI»
«Nel nostro caso specifico non abbiamo subito un calo ancora tangibile. Lo stop nelle richieste dell’industria nelle ultime sedute di borsa, però, pare confermare questa contrazione, prevista anche alcuni mesi fa all’ultimo aggiornamento dei contratti con la GDO. I bruschi deprezzamenti occorsi, nel caso di Carnaroli nell’ordine dei 15 €/q su base settimanale, sono l’effetto di tale contesto. Questo è forse anche acuito da una volontà delle riserie di far calare i listini ora che hanno scorte, per poi ricominciare ad acquistare a prezzi meno onerosi. Ritengo che le quotazioni attuali siano comunque ancora soddisfacenti e non penso che i cali procederanno a lungo, essendoci a breve la necessità di tornare all’acquisto per soddisfare i grossisti. I costi di produzione, inoltre, sono calati sia per i fertilizzanti che per il gasolio».
«SUPERFICIE A RISO STABILE IN MAREMMA»
«Altro elemento che potrebbe frenare i deprezzamenti è la quantificazione della superficie investita a riso, che potrebbe essere minore rispetto all’anno scorso. Certo le recenti piogge hanno dato maggiori speranza per il prossimo raccolto ma esistono ancora diverse variabili.
Nel nostro areale – continua il risicoltore toscano – la superficie a riso non è in calo, essendo localizzata su terreni decisamente vocati. A livello di disponibilità idrica qui siamo serviti dall’Ombrone, che oggi dispone di una buona portata a differenza di poco più di un mese fa. Tale corso dipende dalle piogge a monte, che se non arrivano anche in estate causano siccità. Nella scorsa campagna ad esempio sono state provvidenziali quelle giunte tra luglio e agosto, mentre nei mesi precedenti abbiamo avuto delle difficoltà che ci hanno portato ad eseguire i trattamenti erbicidi e fungicidi senza sgrondare le camere per paura di non poterle ri-riempire. Questo ha influito sul nostro raccolto, portandoci ad un calo del 20% rispetto al solito a causa di infezione da brusone e infestazioni di giavone». Autore: Ezio Bosso.
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