Nuove ricerche dimostrano che le piante di riso possono essere utilizzate per filtrare l’acqua dall’area agricola, e prima che si riversi in fiumi, laghi e corsi d’acqua. Un’idea venuta a Matt Moore, un ricercatore ecologista dell’Usda, il Dipartimento di Stato americano per l’agricoltura: lui stesso proviene da una famiglia di risicoltori. Stava cercando di capire un modo per affrontare il problema involontario del deflusso: l’acqua defluisce dai campi e dunque i pesticidi usati in quei campi possono essere veicolati all’esterno.
Una ricerca nata per caso
Moore voleva fermare i pesticidi dalla fattoria in modo facile ed economico per gli agricoltori. «Non volevamo essere invasivi», ha affermato Moore, che lavora presso l’Unità di ricerca sull’ecologia e l’ecologia dell’acqua dell’Australia Research Service a Oxford, nel Mississippi.
Il test
Per testare la sua idea, i ricercatori hanno seminato quattro campi, due con e due senza riso, inondando i campi con un mix di tre tipi di pesticidi e acqua. Lo hanno fatto per due anni di seguito. Poi sono stati coltivati a risaia: questo ha abbattuto i pesticidi già presenti dall’85% al 97%, a seconda di quale sostanza è stata misurata. Il riso può farlo attraverso il meccanismo del fitorisanamento: usando le piante e le loro radici per ripulire l’acqua. Invece di lasciare libere le sostanze chimiche, vengono catturate nelle piante di riso.
Le applicazioni
Nella vita reale, questa capacità di catturare i pesticidi potrebbe essere utilizzata in vari modi. Per iniziare, dovrebbero «lavare l’acqua che scorre dal campo prima che si immetta in un fiume, lago o torrente – ha detto Moore – Sognando in grande, alla fine potremmo ottenere delle risaie che tolgano i pesticidi dall’acqua». Una grande domanda a cui Moore spera che ulteriori ricerche possano dare risposta è se le sostanze chimiche finiscano o meno nella parte commestibile della pianta di riso, il chicco. In caso negativo, potrebbe essere un depuratore d’acqua naturale pur essendo una fonte di cibo. Un potenziale enorme soprattutto per i Paesi in via di sviluppo. Adesso si sta cercando una tecnica semplice per poter applicare questa scoperta: «Stiamo solo cercando – conclude Moore – di utilizzare tecniche semplici che siano facili per il contadino, che siano economiche, e anche rispettose dell’ambiente. Il riso potrebbe davvero essere una risposta».