L’ultima novit un panettone fatto con farina di riso, castagne e frutti di bosco, che sar prodotto per questo Natale. Ma la famiglia dei prodotti agricoli la cui qualit certificata con il marchio "Parco del Ticino", cresce. Come triplicato, in tre anni, il numero delle aziende agricole sul territorio dell’area protetta, che, per ottenere questa "certificazione di qualit ", hanno deciso di rinunciare ai metodi di produzione intensiva, per passare all’agricoltura biologica o integrata. Il Parco del Ticino ubicato tra Piemonte e Lombardia e ha sede a Magenta, nel Milanese. Gli alimenti a marchio Parco sono ottenuti con tecniche di produzione a basso impatto ambientale – spiegano i responsabili dell’area protetta -. Dai campi sono banditi concimi e diserbanti chimici e negli alimenti limitato l’uso di conservanti e addensanti. Si praticano diverse coltivazioni e i campi sono utilizzati a rotazione, per evitare uno sfruttamento eccessivo del terreno. Gli animali sono allevati con cibo prodotto all’interno dell’azienda". Questo tipo di agricoltura, per, rispetto ai metodi tradizionali, richiede un surplus di impegno e costi. Per questo, nonostante le richieste di adesione al marchio aumentino di anno in anno, le aziende a regime biologico o integrato sono al momento solo diciassette sulle 1500 che operano nel Parco, per un totale di circa 500 ettari coltivati in questo modo sui 60 mila di superficie agricola della riserva naturale. Il Parco non guadagna una percentuale sulla vendita dei prodotti, ma richiede soltanto una quota d’iscrizione al programma del marchio (circa 100 euro). Attualmente sono seicento le tonnellate di riso a marchio Parco prodotte l’anno scorso. "Stiamo studiando una nuova gamma di prodotti a base di farina di riso, tra cui pane e dolci, per dare alle aziende uno sbocco diverso da quello della vendita della materia prima – ha spiegato ai giornalisti il presidente del Parco Milena Bertani – Il nostro principale obiettivo resta per quello di allargare il pi possibile la rete di aziende che coltivino a basso impatto ambientale. Solo cos si pu parlare infatti di sviluppo sostenibile".
IL CLIMA CAMBIA, CARTESIO NO
Un Carnaroli produttivo e molto stabile che fa della precocità una marcia in più