Il biologico cresce nel mondo e anche in Italia. Secondo i dati presentati a BioFach del Research Institute of Organic Agriculture (l’Istituto svizzero FiBL) e di IFOAM, la Federazione delle associazioni del biologico a livello mondiale, la superficie globale coltivata con metodo biologico ha fatto registrare un incremento di due milioni di ettari in un solo anno in base ai dati rilevati a fine 2018 in 186 nazioni. L’Italia, con un valore di 3,5 miliardi di euro a fine 2018 è il quinto mercato mondiale per consumi e l’ottavo Paese al mondo (terzo in Europa, dopo Spagna e Francia) per superfici coltivate a bio con poco meno di 2 milioni di ettari. Ma esattamente cosa garantiscono le certificazioni del settore biologico, in particolare nel nostro settore? Lo abbiamo chiesto a Domenico Corradetti, Segretario di ASSOCERTBIO, l’Associazione nazionale che raggruppa i principali organismi di certificazione del biologico italiani. La base associativa è costituita dai seguenti organismi di certificazione: ABCERT, BIOAGRICERT, BIOS, CCPB, ECOGRUPPO Italia, ICEA, SIDEL Italia,SUOLO E SALUTE e VALORITALIA.
Che incidenza ha il riso Bio in Italia?
«Il riso coltivato con metodo biologico, secondo i dati SINAB “Bio in cifre 2019 – Anticipazioni”, nel 2018 ha interessato una superficie pari a 17.832 ha, facendo quindi registrare un aumento, rispetto all’anno precedente, del 15,7%, in linea con il trend di crescita del biologico degli ultimi anni – spiega Corradetti – Gli Organismi di Certificazione di ASS.O.CERT.BIO (associazione che raggruppa 9 Organismi autorizzati dal MIPAAF i quali certificano il 94% degli Operatori Biologici in Italia) hanno certificato, nel 2018, 459 produttori di riso biologico in 12 diverse Regioni, i quali sono concentrati nettamente nell’area Nord – Ovest del Paese, storicamente a maggiore vocazione risicola, in particolare in Piemonte (193 operatori controllati, circa 7.000 ha) e Lombardia (236 operatori controllati per poco mendo di 6.000 ha)».
Perchè questo aumento di superficie a Bio?
«L’incremento della superficie risicola coltivata con metodo biologico può essere ricondotta a diverse motivazioni tra le quali spiccano il crescente numero di consumatori e operatori sempre più sensibili alle tematiche relative all’impatto ambientale dovuto all’attiva antropica. In alcuni casi, in aggiunta o in sostituzione alle motivazioni di tipo etico, ci possono essere motivazioni di tipo economico legate al prezzo di vendita del riso biologico rispetto al convenzionale. La conoscenza approfondita e dettagliata delle tipologie di motivazioni legate alla conversione al biologico è importante ma ancora più rilevante è la conoscenza da parte degli operatori delle tecniche e delle pratiche che costituiscono il metodo biologico. Ad esempio, le rotazioni colturali sono molto importanti sia per il mantenimento della fertilità del suolo, sia e soprattutto per l’abbassamento della carica infestante: va ricordato che nel nostro Paese le rotazioni colturali nel comparto del biologico sono state normate negli anni con diversi Decreti Ministeriali specifici (ai quali si sono succedute alcune Note ministeriali di chiarimento), il più recente dei quali è il D.M. n.6793 del 2018 (lo stesso D.M. dovrebbe a breve essere modificato in alcune parti da un nuovo Decreto)».
Come funziona il Sistema di Controllo e Vigilanza?
«Per quanto riguarda i controlli sulla filiera risicola, va innanzitutto ricordato che ad essere certificato, ai sensi del Reg. CE 834/2007, è il metodo di produzione e che quindi la certificazione del biologico non è una certificazione “di prodotto”. Inoltre, più in generale per tutto il comparto del biologico, va ricordato che il Sistema di Controllo e Vigilanza prevede una azione coordinata tra i seguenti Attori:
- Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali (MIPAAF): Autorità Competente e Autorità Pubblica di riferimento che esercita l’attività di coordinamento e sorveglianza sugli Organismi di Certificazione e sugli operatori controllati;
- Regioni: ricevono le notifiche dagli Operatori, esercitano l’attività di sorveglianza territoriale sugli Organismi di Certificazione;
- ICQRF (Ispettorato Centrale Repressione Frodi del MIPAAF): effettua attività di vigilanza a livello nazionale e include l’Ufficio autorizzativo per gli Organismi di Controllo e Certificazione del Biologico;
- Accredia: Ente unico nazionale di accreditamento che valuta la competenza tecnica e l’idoneità professionale degli Organismi di Controllo e Certificazione, accertandone la conformità a regole obbligatorie e norme volontarie, per assicurare il valore e la credibilità delle certificazioni rilasciate;
- Organismi di Controllo e Certificazione: società private che operano nel settore biologico in virtù dell’accreditamento ISO 17065 da parte dell’ente unico nazionale di accreditamento ACCREDIA e del riconoscimento da parte del MiPAAF ed esercitano l’attività di controllo e certificazione degli Operatori biologici e forniscono all’Autorità Competente i dati e le informazioni riguardanti le aziende controllate (nell’ordinario tramite la Banca Dati Vigilanza) e una relazione dettagliata della loro attività annuale;
- Operatori: hanno gli obblighi e le responsabilità che competono a chi produce, trasforma, commercializza prodotti alimentari e devono implementare una procedura di autocontrollo».
Possiamo fissare questi concetti con qualche dato?
“Un riscontro dell’attività del sistema di Controllo e Vigilanza è fornito dal Report annuale di ICQRF: volendo raffrontare i dati relativi alle principali produzioni regolamentate dal 2009 al 2019, emerge in modo evidente la bassa percentuale di operatori e prodotti irregolari nel Biologico (media rispettivamente del 8% e 6,1%), a conferma di un Sistema che, pur consapevole delle necessità di essere ulteriormente migliorato e perfezionato, è già in grado di dare delle garanzie al consumatore».
Di seguito la tabella con i dati elaborati da ASS.O.CERT.BIO:
*fonte Report annuale ICQRF
Spieghiamo meglio…
«I dati relativi ai 9 Soci di Assocertbio servono anche a raccontare il lavoro svolto dagli Organismi di Certificazione: nel 2018, su 75.464 operatori controllati: 98.786 ispezioni (con una media di 1,3 visite/azienda), 10.378 campioni prelevati e 1.153 (circa l’11%) analisi con risultati non conformi, 28.825 Non Conformità riscontrate. Va ricordato – continua Corradetti – che gli Organismi di Certificazione del Biologico che operano in Italia sono obbligati ad attenersi al Regolamento Tecnico n.16 di Accredia (“Prescrizioni per l’accreditamento degli Organismi che rilasciano dichiarazioni di conformità di processi e prodotti agricoli e derrate alimentari biologici ai sensi del Regolamento CE n. 834/2007 e sue successive integrazioni e modifiche”) giunto alla versione n.05 a fine 2018: in particolare, nella redazione del proprio piano di controlli annuale è prevista una valutazione del rischio dei singoli operatori controllati. Gli Operatori vengono quindi classificati a rischio Alto o Medio o Basso a seconda di alcuni parametri. Per la produzione vegetale (quindi per il riso), si tiene conto dei seguenti tre parametri: coltura praticata, metodi di produzione adottati, superficie aziendale». Autore: Martina Fasani