Anche quest’anno il punteruolo acquatico del riso (Lissorhoptrus oryzophilus) si è presentato in tutto l’areale risicolo italiano. Lo conferma Simone Silvestri, ricercatore dell’Ente Nazionale Risi. «Rinvenuto per la prima volta nel 2004 nelle campagne di Vigevano e Abbiategrasso, oggi la sua presenza, non sempre tale da arrecare danno, è segnalata in tutte le località risicole italiane. La sua diffusione in Italia può essere spiegata da una combinazione di diversi fattori, quali condizioni climatiche favorevoli, abbondanza di cibo in primavera e assenza di antagonisti naturali. Con un’unica generazione all’anno, il Lissorhoptrus oryzophilus depone le uova in primavera, rimanendo a svernare nei primi centimetri di terreno a bordo risaia da ottobre a marzo. Dopo questo periodo fuoriesce dai siti di svernamento e comincia a nutrirsi delle piante spontanee presenti nelle aree a margine delle risaie. La deposizione delle uova avviene dopo circa un mese tra maggio e giugno sul riso in sommersione e, dopo circa una settimana, la larva sguscia, spostandosi sulle radici, di cui si alimenta fino all’impupamento – scrive Silvestri su Il Risicoltore -. Dopo lo sfarfallamento i giovani adulti si alimentano per un breve periodo sul riso e si spostano in direzione dei siti di svernamento. Come anticipato, nel 2014, durante un sopralluogo in alcune risaie di Vialone Nano nel Veronese e Mantovano, sono stati rilevati alcuni individui adulti di punteruolo, accompagnati da rosure trofiche sulle lamine fogliari. Per questo motivo, nel corso della stagione colturale 2015 tale zona è stata nuovamente interessata da sopralluoghi e campionamenti. I rilievi, avvenuti a inizio agosto su circa 20 camere, hanno confermato anche per l’annata 2015 la presenza in risaia di adulti di Lissorhoptrus oryzophilus. Inoltre, per la prima volta nelle porzioni limitrofe agli argini di alcune camere sono stati riscontrati segni dell’attività trofica delle larve dell’insetto. Queste zone erano caratterizzate da un limitato numero di piante e quelle presenti apparivano stentate e in ritardo nello sviluppo, mentre l’apparato radicale appariva ridotto e insufficiente alla normale attività della pianta». Il danno da punteruolo acquatico nelle piante di riso è arrecato principalmente dalle larve che si alimentano delle radici. Allo stadio adulto, invece, l’insetto non comporta danni economici, in quanto attacca la parte aerea della pianta provocando rosure trofiche che seguono le nervature delle foglie. «A partire dai risultati ottenuti dai sopralluoghi svolti nel corso di questa stagione colturale in relazione alla diffusione di Lissorhoptrus oryzophilus nell’areale risicolo veronese e mantovano, nel corso delle future campagne sarà opportuno prestare attenzione in primavera alla presenza dell’insetto sulle giovani plantule. Nel caso in cui si riscontreranno forti infestazioni, sarà necessario attuare le operazioni colturali appropriate atte al suo contenimento. Tra le tecniche agronomiche più facilmente adattabili vi è l’adozione di asciutte drastiche e prolungate per contrastare la presenza delle larve nel caso in cui se ne riscontrasse la loro presenza, sottolinea Silvestri. Il quale ribadisce anche l’importanza della gestione delle piante spontanee degli argini. In caso di forti infestazioni, possono essere utilizzati specifici insetticidi applicati sia tramite il consueto trattamento fogliare sia direttamente sulla semente grazie a uno speciale trattamento in concia.
IL RISO E’ SOST
Presentati i risultati della sperimentazione Risosost