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IL PSR LOMBARDO ACCELERA (SENZA VISTO UE)

da | 21 Feb 2015 | NEWS

fava-300x224«Le risorse ci sono, vanno spese bene. Il nostro Piano di sviluppo rurale dal 5 dicembre 2014 è caricato a sistema, siamo stati l’unica regione che ha rispettato le scadenze. Il Governo ci ha chiesto di aspettare altre regioni e sono soltanto tre quelle in grado di presentare il Psr: Veneto, Toscana e Provincia autonoma di Bolzano. La Commissione europea ha tempo fino al 30 giugno per l’approvazione, quindi la data del 15 maggio è solo indicativa» ha detto oggi l’assessore all’Agricoltura della Regione Lombardia Gianni Fava intervenendo all’incontro ‘Il nuovo Psr 2015 – 2020’ che si è tenuto nella Sala Convegni della Fiera di Abbiategrasso. Ai lavori hanno partecipato Alessandro Ubiali, presidente di Coldiretti Milano, Monza e Brianza; Paolo Calvi, Confagricoltura Milano – Monza e Brianza; Paolo Maccazzola, presidente regionale Agia Cia; Donatella Magnoni, presidente interprovinciale Copagri Milano – Monza e Brianza. «Se i tempi di approvazione del Psr fossero quelli previsti – ha spiegato Fava – è realistico pensare che si sia perso il 2015. La nostra idea è quindi di far uscire bandi e, quando arriverà il via libera definitivo da Bruxelles, saranno assegnabili da subito». L’Italia è rimasta fuori dal via libera dato dall’Unione Europea a 18 Psr. Fava ha spiegato anche che l’impianto normativo prevede che per ogni
euro di triangolazione europea che arriva in Italia, dobbiamo contribuire con un altro euro nostro. In questo quadro, considerata la non propensione del Governo italiano a garantire la copertura dell’85 per cento di questa quota, Regione Lombardia ha chiesto e ottenuto di poter incrementare le risorse di competenza delle regioni portandole dal 15 al 30 per cento con fondi del proprio bilancio sul secondo pilastro Pac, quello relativo agli investimenti. Tradotto in denaro, circa 200 milioni di euro. L’ultima Pac la cui validità è fino al 2019, comportava una riduzione di fondi all’Italia del 55 per cento sul primo pilastro, quello degli aiuti. Da quando Fava si è insediato sono
state definite le modalità di accoppiamento titoli in modo da utilizzare i premi previsti dall’Unione Europea per settori in difficoltà. «Noi abbiamo detto – ha ricordato Fava – che per la Lombardia questi settori sono zootecnia e riso. Abbiamo ottenuto un grande risultato: gli aiuti accoppiati, per un totale di 76 milioni disponibili per l’Italia, consentono così alla Lombardia di portare al 40 per cento i contributi che prima erano al 17, a fronte del fatto che nostra regione produce il  44 per cento del latte
italiano». Fava ha confermato che «il nuovo Psr avrà il valore di 1,157 miliardi di euro. Mai successo nella storia italiana che una regione potesse registrare aiuti aumentati a disposizione del sistema agricolo: una parte (30%, per 400 milioni di euro) andrà alle misure agroambientali, 420 milioni per le imprese agricole, il resto ai Gal e alla diffusione della banda larga». (21.02.15)

PAGANINI SOTTO L’ALBERO

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L’offerta, nonostante un aumento nell’investimento di superficie del 37,6%, in seguito all’inserimento in griglia di Paganini, è in difetto

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