La Cassazione dà ragione all’agricoltore pensionato e non al Comune sull’Imu agricola. Con una sentenza del 5 aprile si risolve un problema che riguarda molti conduttori, coltivatori diretti, che sono anche percettori di pensione e/o coadiuvanti nell’ambito dell’azienda agricola, ai quali alcuni Comuni richiedevano il pagamento dell’Imu agricola. Dei Comuni Vercellesi hanno persino emesso avvisi di accertamento a danno di agricoltori, appunto coadiuvanti e/o pensionati, in quanto sostenevano erroneamente che il reddito da pensione potesse far perdere l’esenzione Imu, oltre a sostenere tesi non condivisibili rispetto alla diretta conduzione dei fondi da parte dei coadiuvanti.
SENTENZA DI CASSAZIONE
Dopo il I e II grado di giudizio, la Cassazione ha accolto i ricorsi dei contribuenti respingendo definitivamente le tesi sostenute dai Comuni. La Corte ha così spazzato via la questione della prevalenza del reddito pensionistico rispetto a quello agrario dicendo che non è un requisito per accedere all’agevolazione Imu ma che l’ unico requisito richiesto per il pensionato agricolo (e per un coadivante) che conduce ancora l’ azienda è essere iscritto alla previdenza agricola e quindi pagare ancora i contributi. Si attende che i Comuni annullino gli accertamenti che nel frattempo sono arrivati in commissione tributaria, in quanto la sentenza ha rilevanza nomofilattica, cioè fa giurisprudenza. Scarica SENTENZA-copia-non-ufficiale-1-21.
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