Faccia a faccia con la Storia. Il professor Linscombe è l’inventore della tecnologia Clearfield. Lo abbiamo incontrato a Vercelli, all’incontro della Strada del riso. Steve Linscombe, originario di Mountain Home, Texas, oggi nella USA Rice Federation occupa il ruolo di direttore esecutivo della Rice Foundation. È in questa posizione da due anni, dopo essersi ritirato dal Louisiana State University AgCenter. Una delle maggiori responsabilità di questa posizione è la conduzione del Rice Leadership Development Program, responsabile dell’organizzazione di questa visita in Italia. Mentre era in AgCenter, ha trascorso gran parte della sua carriera come costitutore di riso presso la stazione di ricerca H. Rouse Caffey e, durante il suo mandato lì, lui e i suoi collaboratori hanno rilasciato 34 nuove varietà di riso. Dal 2003 fino al suo pensionamento nel 2017, è stato anche direttore del centro di ricerca. Ecco la sua intervista, in esclusiva per Risoitaliano.
Professor Linscombe, qual è la situazione oggi del riso statunitense?
Produciamo riso dal 1880, inizialmente in Louisiana per poi espandere la coltivazione in Texas, Arkansas, California e una piccola parte di Mississippi e Missouri. Lavoriamo circa 1,2 milioni di ettari. Lo stato in cui si produce maggiormente è l’Arkansas, seguito da Louisiana e California. Produciamo principalmente varietà a granì lunghi nelle zone più meridionali e varietà medie o tonde in California. Circa il 55% della produzione viene consumata negli USA, il resto viene esportato.
Quali sono le nuove tecnologie che si utilizzano negli States?
Chiaramente, per noi non è una nuova tecnologia il Clearfield, che circola da circa 15 anni. Tuttavia è stato una vera salvezza, poiché vi erano molte problematiche con le popolazioni resistenti di Crodo e altre infestanti, in particolare nelle zone del Sud. Negli ultimi dieci anni circa metà della produzione di queste zone è rappresentata da varietà Clearfield. Stiamo introducendo la nuova tecnologia Provisia, anch’essa basata su un gene di resistenza agli erbicidi presente nella varietà di riso con questa tecnologia, che ci permetterà di combattere le popolazioni di infestanti resistenti, anche quelle che si sono sviluppate in seguito all’utilizzo di Clearfield.
Cosa pensa della risicoltura italiana?
Sono stato per la prima volta in questa zona dell’Italia circa trent’anni fa e, successivamente, molte altre volte. Sono rimasto impressionato dalla vostra risicoltura, in particolare dall’ampia gamma di varietà che vengono prodotte, adatte agli usi più differenti. Sono un ricercatore e sono stato un costitutore varietale in Louisiana; per questo posso dire con cognizione di causa che uno dei settori risicoli più sorprendenti qui è proprio la ricerca, che permette al comparto di rimanere ai livelli più alti e innovativi di tecnologia disponibile. Autore: Ezio Bosso