Il mondo ha fame di riso. Nei prossimi 24 anni ne consumera’ il 25% in piu’. Per questo la Fao raccomanda di sviluppare piante migliori. Entro il 2030 si passera’ dai 618 milioni di tonnellate del 2005 a 771 milioni di tonnellate. Gli scienziati intanto studiano per convertire il riso da pianta C3 a C4, dove la C si riferisce al carbonio catturato con la fotosintesi per la crescita. Piu’ energia solare una pianta riesce a catturare, piu’ il suo rendimento sara’ alto. Ma il rendimento non tutto. Lo dimostra Giuseppe Sarasso sul Risicoltore in distribuzione dalla prossima settimana. L’esperto rivela che proprio la corsa alle rese pi elevate, accelerata dalla ricerca scientifica, a condannare l’agricoltura dei paesi poveri, strangolata dalle multinazionali dei semi. L’esempio indiano, dove migliaia di contadini si sarebbero gi suicidati perch non possono fare fronte ai prestiti contratti per acquistare le sementi, paradigmatico. In realt , la resa non tutto neppure da noi. Esistono risi a "bassa" resa ricercatissimi dal mercato, risi antichi poco diffusi perch poco remunerativi, eppure fondamentali per realizzare i piatti della tradizione. Quindi: il mondo ha fame di riso, e certamente va sfamato, ma anche di "buon" riso, e quindi occorre difendere dalla concorrenza sleale anche le risicolture di qualit , come quella italiana, che i negoziatori della Wto vorrebbero sacrificare sull’altare del liberismo pi sfrenato.
NEMATODE IN UN SEME CERTIFICATO SU TRE
Negli incontri dell’Ente Risi con gli agricoltori della provincia di Pavia, ERSAF ha illustrato le problematiche sul nematode