Si parla molto di risemina in questi giorni, a causa del maltempo. Tuttavia non è sempre così e non è ovunque così. Ad esempio, non crede che si dovrà riseminare molto Carlotta Caresana, noto e apprezzato tecnico dell’Ente Risi per la zona Vercellese: «Ad oggi, 24 maggio, nel corso del mio lavoro, non ho ancora dovuto far riseminare nessun appezzamento. In ogni caso le coltivazioni sono un pochino in ritardo rispetto allo scorso anno, ma il riso è in grado di recuperare, ovviamente se le condizioni climatiche diventeranno favorevoli con temperature nelle medie del periodo» dichiara.
Quanto alle tecniche di semina utilizzate quest’anno nell’area vercellese, «inizialmente molti erano orientati all’interrata, anche in areali non propriamente vocati a questa tecnica – conferma -. In seguito l’andamento climatico ha fatto, in diversi casi, ritornare la scelta della tradizionale semina in acqua. Chi ha potuto seminare prima dell’inizio delle frequenti piogge ha scelto la semina in asciutta. In generale, è una primavera difficile per diversi motivi, parlando di semine interrate le migliori a oggi sono state quelle fatte precocemente nei suoli più adatti. Le piogge successive ed il continuo vento hanno creato, in moltissimi casi, la formazione di una crosta superficiale che ha richiesto delle bagnature veloci per poter favorire la fuoriuscita dei germinelli dal suolo. Le semine in sommersione sono state più problematiche per le basse temperature da fine aprile al 20 maggio, che hanno rallentato molto il metabolismo del riso, mettendo a rischio la buona riuscita delle semine. Anche il vento e la presenza di punteruolo acquatico non ha aiutato le piantine in radicamento. Solo una perfetta, ma impegnativa, gestione dell’acqua ha aiutato a superare le difficoltà». Autore: Ezio Bosso