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IL MERCATO PARTE AL RALLENTATORE

da | 16 Set 2021 | NEWS

Selenio

Primi campioni di risone nuovo: partenza a rallentatore, con qualche incertezza ma prospettive positive secondo i mediatori. Ne parliamo con Stefano Pezzoni (http://www.reschiriso.it/) il quale ci spiega che «tutti gli anni intorno all’11 settembre sui mercati iniziavano a comparire i primi campioni di riso nuovo. Quest’anno non fa eccezione, salvo che i campioni sono effettivamente troppo pochi e si riferiscono ad una o forse due varietà. Comunque, gli animi sembrano essere più sereni poiché il mese di agosto è stato favorevole e anche queste prime settimane di settembre hanno permesso alla pianta di recuperare il ritardo di maturazione dovuto a maggio/giugno particolarmente freddi. Le piogge previste per questa settimana, se non troppo invasive – ricordiamo che lo scorso anno causarono la perdita di tante tonnellate – potranno migliorare ancora rese e qualità. Rinviamo quindi una prima valutazione del raccolto ad inizio di ottobre. Sul fronte dei prezzi, i contratti di coltivazione stipulati a febbraio e marzo dovrebbero inizialmente fare da base anche per i quantitativi non sotto contratto. La situazione internazionale in generale vede quotazioni interessanti per una massiccia importazione in Europa frenata fortunatamente da noli ancora alti nonostante i timidi segnali di discesa».

Poche giacenze

Che si parta con poche giacenze lo conferma Giovanni Migliavacca, mediatore in cereali e risoni. «Prende il via il raccolto, con giacenze di soli Baldo e Cammeo – ci dice -. La settimana è iniziata con qualche partita in più di risone nuovo, soprattutto di CL 388 e di Barone. I prezzi risultano ancora un po’ incerti, oscillanti in base alla richiesta delle riserie, con prezzi variabili quasi ogni giorno. Sui mercati di esportazione Ribe si attesta a 360 euro/tonnellata, Loto a 370 euro/tonnellata e Augusto a 380 euro/tonnellata, gli Originari a 380 euro, il Selenio a 550 euro/tonnellata e il Centauro con il Balilla a 380 euro/tonnellata. I Lunghi B si mantengono a quota 350 euro/tonnellata ed ibridi a 340 euro/tonnellata. Baldo con suoi similari si attestano a 380 euro/tonnellata. Per quanto riguarda i mercati da interno, Arborio si attesta a 480 euro/tonnellata, Volano a 460 e similari a 450 euro/tonnellata, Carnaroli a 560 euro/tonnellata, similari a 520 euro/tonnellata, Carnaroli classico a 570 euro/tonnellata, Roma con Barone a 400 euro/tonnellata, S. Andrea e similari a 430 euro/tonnellata, Vialone nano a 600 euro/tonnellata. Si prospettano, anche se è ancora presto per fare delle stime, rese nella media e qualità discreta. Per avere una visione migliore sarà probabilmente necessario attendere ancora una decina di giorni».

Mercato dei cereali in balìa dei rincari

L’innalzamento dei prezzi tocca il deficit cerealicolo nazionale, con una diminuzione degli acquisti esteri da un lato e dall’altro un forte aumento della spesa. Nei primi sei mesi del 2021, infatti, le importazioni di cereali, semi oleosi e farine proteiche sono risultate in calo di 632mila tonnellate (-5,8%) ma in crescita, a causa dell’aumento dei prezzi, per 316,2 milioni di euro (+10,6%), rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Per quanto attiene al riso, considerando complessivamente risone, semigreggio, lavorato e rotture di riso, i quantitativi importati si confermano ai livelli dello scorso anno, con circa 124mila tonnellate di import. L’export di settore ha subìto una flessione nel primo semestre dell’anno sia in quantità (283mila tonnellate, pari al -11,2%), che in valore (124,5 milioni di euro, pari al -5,9%), rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Si segnalano in calo, in modo particolare, le vendite all’estero del riso (-12%).

All’esordio della messa in commercio della nuova campagna i trasferimenti di risone hanno riguardato 17.261 tonnellate, prevalentemente Lunghi A nell’ordine di 11.004 tonnellate. Sui mercati internazionali cresce il California Medium grain 1/4% (+25 $, a 1.125 dollari/tonnellata). Cala invece il Thai 100% B (- 5 dollari, a 395 dollari/tonnellata. Cala il Pakistan 5% (-5 dollari, a 360 dollari/tonnellata) e il Pakistan 25% (-3 dollari, a 335 dollari/tonnellata). Autore: Milena Zarbà

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