Borse Merci chiuse per festività ma le contrattazioni non si fermano. In realtà rallentano. Con l’inizio della fase 2, la GDO mostra un andamento ancora più positivo rispetto al periodo di fine lockdown. Le vendite di Riso della Grande Distribuzione Organizzata hanno registrato una crescita pari a (+13,3%) a parità di negozi. «In particolare, si avvertono i primi segnali di riequilibrio tra i diversi canali distributivi, profondamente impattati dalle restrizioni di mobilità: torna una crescita graduale degli ipermercati, rallenta quella dei piccoli negozi di prossimità, mentre si riconfermano protagonisti Discount e Specialisti Drug. Anche il canale eCommerce mantiene performance di crescita elevate, affermando sempre di più il suo ruolo nel Largo Consumo. – dichiara Romolo de Camillis, Retailer Service Director di Nielsen Connect in Italia – nell’immediato futuro della GDO, si delinea un quadro di competizione basato su prezzi e promozioni; ma per costruire valore, serve lavorare su assortimenti e servizio, con una visione a lungo termine».
Mercato assopito
Vediamo cosa succede ai risoni: secondo i dati dell’Ente Nazionale Risi, i trasferimenti di risone di questa settimana hanno interessato 6.435 tonnellate di “lunghi B”, 5.702 tonnellate di “lunghi A”, 3.795 tonnellate di “tondi” e 1.123 tonnellate di “medi”, per un totale di 17.055 tonnellate. Rispetto a un anno fa i trasferimenti fanno segnare un incremento di 76.518 tonnellate (+6%). I comparti dei “tondi” e dei “medi” risultano in calo rispettivamente di 42.976 e 9.838 tonnellate, mentre quelle dei “lunghi B” e dei “lunghi A” risultano in aumento rispettivamente di 74.383 e 54.949 tonnellate. Per il Consorzio Vendita Risone Società Cooperativa «il mercato è leggermente assopito e si registrano poche compravendite, situazione figlia anche delle risicate scorte da vendere a disposizione e del momentaneo ingolfamento dell’industria. L’Indica (37 €/qle) rimane il gruppo varietale di punta in questo momento nonostante la domanda sia calata».
«Sono giorni di feste e considerato che l’emergenza pandemica sembra si stia risolvendo in tutto il mondo, gli scambi hanno registrato un notevole rallentamento nel mercato globale – spiega Stefano Pezzoni, pubblico mediatore (http://www.reschiriso.it/) – I prezzi si mantengono elevati ma vedo che è possibile fare trattative a lungo periodo. Un ritorno alla normalità è dunque presumibile a breve e ciò vorrà dire per l’Italia dover affrontare una sempre agguerrita concorrenza sui risi Lungo B».
«La fine del lockdown e il ritorno ad una incerta normalità hanno ridimensionato la corsa agli acquisti. Nella fase attuale, la scarsa disponibilità di risone ancora in vendita bilancia la scarsa domanda delle riserie – commentano il bolognese Massimo Gregori e il vercellese Alberto Ferraris – Qualche preoccupazione in più per i tondi in quanto la ripresa della ristorazione, soprattutto quella orientale, stenta a recuperare i vecchi ritmi. Per i risi da risotto pesa, oltre alle difficoltà del settore turistico, ricorrenti voci di un ripensamento da parte dei produttori che, negli ultimi giorni disponibili, hanno optato per la semina di risi da risotti anzichè la semina di risi tondi da tempo programmata. Ad ora non si ha percezione se tale decisione possa modificare le superfici stimate».
Pesantezza confermata
«Anche se non c’è alcun riferimento e/o aggiornamento sulle quotazioni, vista la mancata redazione del listino settimanale dipeso dalla chiusura della Borsa per la festività del 2 Giugno, la situazione di mercato attuale non fa nient’altro che confermare la pesantezza della settimana precedente – dichiara Alessandro Barberis, mediatore del vercellese – Tondi e Lunghi A continuano ad avere poche contrattazioni e prezzi ormai in discesa, così come decisamente più calmo è il mercato dei risoni Arborio, Carnaroli e anche Baldo. Ad oggi anche il Lungo B, che nelle ultime settimane restava tra i più richiesti dalle riserie, sembrerebbe essere “fermo al palo”». «Inizia a sentirsi una certa calma sulla richiesta di indica, e quindi la valuta per i 37€/qle è diventata di 90 giorni – aggiunge Andreea Lazar, mediatrice del vercellese – Per tutte le altre varietà i prezzi sono relativamente stabili rispetto alla scorsa settimana, tuttavia, si valuta partita per partita in base alla resa, alla valuta, all’entità della partita».
«Attualmente, a mio parere, non bisogna forzare nel vendere – conclude Giovanni Migliavacca, mediatore del milanese – Sono difficili da commercializzare i Tondi (38 €/qle) e i Tipo Ribe (38 €/qle), evidentemente ancora causa blocco con l’Oriente. Ricevono poche offerte anche i risi da interno che però mantengono generalmente la loro quotazione stabile a 50 €/qle; anche Roma, Barone, S. Andrea e similari stabili a 50€/qle ma praticamente finiti. Il Viaone Nano a 61€/qle. Risoni Biologici attualmente poco cercati: Lungo B a 71€/qle, Ribe e Tondi a 70€/qle, Arborio e Carnaroli a 85€/qle». Attendiamo la seduta di Borsa di martedì e le quotazioni del prossimo listino (9 Giugno 2020) dove si potrebbero già vedere verosimilmente i risultati di questa battuta di arresto. Autore: Martina Fasani