L’ESITO DEL PROGETTO INTERREG
PROGETTO INTERREG: GLI STAKEHOLDER
GLI EFFETTI SULL’AMBIENTE
Lo scopo del progetto, coordinato da Gaetano Gentili, è monitorare gli effetti sull’ambiente, di lago e di fiume, della gestione dei livelli del Lago Maggiore. Per questo sono piazzate, lungo il corso del fiume e anche nel lago, delle sonde per misurare la temperatura dell’acqua. Un elemento in più, rispetto a quelli già noti, che ha permesso di effettuare delle valutazioni sull’opportunità o meno di aumentare l’altezza delle acque, in vista della tutela di tutti i portatori di interesse.
INTERVENTI DI SFALCIO DEI CANNETI
Si sono effettuati anche interventi di sfalcio dei canneti nella Riserva Naturale del Fondo Toce, con contenimento delle specie vegetali esotiche invasive, prevalentemente Pueraria lobata, Apios americana, Acer negundo e in minor misura Reynoutria japonica, Parthenocissus quinquefolia e Lonicera japonica, nelle aree della Riserva naturale del Fondo Toce e nella Riserva naturale dei canneti di Dormelletto.
Poi, si è effettuata la messa a dimora di porzioni di canneto presso la Riserva Naturale dei Canneti, ed ha previsto la messa in atto di interventi di riqualificazione ambientale volti al miglioramento dello stato di conservazione di ambienti naturali. Questi ambienti risentono della regolazione del lago ma che, negli anni, hanno subito ulteriori perturbazioni.
LE SPECIE INVASIVE
«In particolare – spiega la relazione finale – sono pianificati interventi all’interno di alcune aree di grande rilevanza naturalistica. Queste ultime sono poste sulle rive del lago. Tra queste vi sono: le riserve naturali “Fondo Toce” e “Canneti di Dormelletto” (oltre che, in territorio svizzero, la riserva “Bolle di Magadino”). Le aree sono soggette a due differenti problematiche sulle quali si intende agire.
I temi sono il progressivo interramento e la riduzione dei canneti e la diffusione di specie vegetali alloctone invasive. Per valutare l’efficacia e la sostenibilità degli interventi di riqualificazione ambientale programmati sono eseguiti una serie di attività di monitoraggio, oggetto della presente relazione.
I MONITORAGGI
I monitoraggi hanno portato alla definizione di buone prassi per tipo di interventi eseguiti. Gli interventi sono utili come riferimento per analoghe attività future sia nelle aree protette di competenza dell’Ente Parchi, sia sul Lago Maggiore.
Il primo obiettivo delle campagne di monitoraggio nell’arco dei tre anni di progetto è il controllo della crescita del canneto in funzione del livello delle acque del lago. In parallelo, si è valutata l’efficacia degli interventi di contenimento delle specie esotiche invasive sugli ambienti perilacuali di particolare pregio.
«Per quanto riguarda i canneti di Dormelletto, il monitoraggio ha avuto lo scopo di verificare la riuscita degli interventi di ripristino dei canneti e la sostenibilità delle tecniche impiegate rispetto ai potenziali impatti in corso d’opera».
NUOVI INDICATORI SUI LIVELLI DEL SISTEMA LAGO
Il Cnr, Istituto di Ricerca sulle acque di Verbania, in qualità di partner, ha svolto attività riguardanti la definizione di nuovi indicatori degli effetti della variazione dei livelli sul sistema lago e sul sistema fiume. L’istituto si è occupato, grazie anche al supporto e all’esperienza dei colleghi del Cnr Iret di Firenze, di fauna macroinvertebrata e meiofauna e di aspetti chimici e idromorfologici. L’obiettivo è di definire la qualità del sistema.
L’INNALZAMENTO NUOCE ALLE AREE NATURALI
La fondazione Bolle di Magadino, sul lato svizzero, si è occupata di monitorare la qualità delle zone umide, valutando l’impatto dell’altezza delle acque. L’eccessivo innalzamento soprattutto nei mesi iniziali della primavera, ha spiegato Nicola Patocchi, potrebbe risultare pericoloso per la diminuzione delle zone di interesse naturalistico, già fortemente penalizzate dall’antropizzazione. L’esigenza è dunque quella di trovare un nuovo equilibrio che tuteli anche questo aspetto.
IL SISTEMA E’ TROPPO RIGIDO
Complessivamente è emersa l’esigenza di trovare una maggiore flessibilità, rispetto alle mutate esigenze di tutti gli attori. La rigidità del sistema in atto, avviato 80 anni fa, non è più praticabile nel contesto di situazioni ambientali e agronomiche in continuo mutamento. Lo ha dimostrato la drammatica siccità ‘‘dell’anno scorso.
E’ dunque necessario, come ha confermato la presidente del parco del Ticino e del Lago maggiore Erica Vallera, trovare nuovi equilibri. Vanno messi da parte gli egoismi che troppo spesso hanno pesato sulla regolazione delle acque.
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