E’ davvero complicato informare gli agricoltori. Soprattutto se non ci si limita a pubblicare comunicati stampa e veline di palazzo. E’ complicato perché quando chiedi alla Pubblica Amministrazione un’informazione di interesse pubblico lo prendono come un gesto di arroganza, addirittura una violenza. L’aspetto più bizzarro della questione è che questa reazione di chiusura a riccio la ottieni anche quando non hai nessuna intenzione bellicosa, ma solo quella di informare gli agricoltori e, così facendo, servire la stessa Pubblica Amministrazione.
Prendiamo il caso del refresh. Da che è nato sono gioie e dolori, ma soprattutto dolori. Imprecisioni, ritardi, polemiche. Dinamiche degli scorsi anni. Recentemente il sistema è o dovrebbe essere stato messo a punto. A metà giugno la Lombardia ha fornito addirittura una road map sull’aggiornamento della banca dati, specificando che avrà effetto retroattivo (leggi l’articolo). Una novità interessante e importante. L’aggiornamento – che riguarda essenzialmente la banca dati grafica di Agea e prosegue in sede regionale – consente di distinguere le superfici agricole utili (SAU) – che usufruiscono dei contributi europei – da quelle non agricole che, invece, non hanno diritto a contributi. L’obiettivo dell’aggiornamento è dunque quello di intercettare preventivamente eventuali errori o anomalie nell’ambito delle dichiarazioni degli agricoltori mediante il controllo dei dati territoriali per l’accesso agli aiuti comunitari consentendo poi, in ultima analisi, il pieno sfruttamento dei fondi comunitari assegnati all’Italia evitando, così, sanzioni da parte della Commissione. Per tale motivo Agea ha avviato, per ciascun agricoltore che presenta domande per l’accesso ad aiuti e premi comunitari, una procedura che consiste nel raffronto tra quanto dichiarato nella consistenza territoriale del fascicolo aziendale e gli esiti dei suddetti rilievi tecnici.
Appurato che la Lombardia si sta muovendo, per chi si occupa di risicoltura viene spontaneo domandarsi cosa faccia il Piemonte. Anche questa Regione accede ai sistemi informativi di Agea dove sono contenuti tutti i dati delle aziende agricole e le immagini satellitari ed aeree. Anche il Piemonte dovrebbe allineare i propri dati a quelli nazionali, ma non si sa né se né quando ciò avverrà. Ciò non significa che ci siano ritardi e disservizi: semplicemente non si sa, perché nessuno te lo dice. Per chiarirlo, la giornalista Valentina Andorlini ha chiesto lumi a Arpea (Agenzia Regionale Piemontese Per l’Erogazione in Agricoltura), l’Ente strumentale della Regione Piemonte che si occupa di erogare aiuti, contributi e premi per il settore agricolo, cioè il terminale piemontese di Agea. La risposta è stata sorprendente.
Dopo settimane di attesa, ci è stato risposto che il Direttore è molto impegnato e che ci rilascerà un’intervista a settembre. Ci chiediamo: cosa c’è di tanto imbarazzante nel refresh piemontese per cui non riusciamo ad avere delle informazioni che non hanno nulla di polemico, scandalistico o pruriginoso? Autore: Paolo Viana