La Commissione Europea punta a incrementare l’utilizzo di concimi organici e fertilizzanti ricavati dai rifiuti, instaurando pari condizioni di concorrenza con i tradizionali concimi inorganici. L’obiettivo è quello di creare nuove opportunità di mercato per le imprese innovative, riducendo nel contempo la quantità di rifiuti prodotti, il consumo energetico e i danni ambientali.
Lo spiega Jyrki Katainen, Vicepresidente e Commissario responsabile per l’Occupazione, la crescita, gli investimenti e la competitività: «Delle abbondantissime risorse in rifiuti organici, solo una minima quantità è trasformata in prodotti fertilizzanti di valore. I nostri agricoltori utilizzano concimi ottenuti da risorse importate o mediante processi produttivi ad elevata intensità di energia, benché la nostra industria sia in grado di sfruttare i rifiuti organici trasformandoli in nutrienti riciclati. Questo regolamento ci aiuterà a trasformare i problemi in opportunità». Il regolamento stabilisce una serie di norme comuni per la conversione dei rifiuti organici in materie prime che possano essere impiegate per fabbricare prodotti fertilizzanti; definisce prescrizioni in materia di etichettatura, sicurezza e qualità che tutti i fertilizzanti dovranno rispettare per poter essere commercializzati liberamente in tutto il territorio dell’UE. I produttori dovranno dimostrare che i loro prodotti soddisfano tali prescrizioni, unitamente ai valori limite per i contaminanti organici e microbici e le impurità fisiche, prima di apporre la marcatura CE.
Le nuove norme si applicheranno a tutti i tipi di concimi per garantire i massimi livelli di protezione del suolo. Il regolamento introduce limiti rigorosi per il tenore di cadmio nei concimi fosfatici. I limiti saranno rafforzati e passeranno da 60 mg/kg a 40 mg/kg dopo tre anni e a 20 mg/kg dopo dodici anni, riducendo così i rischi per la salute umana e l’ambiente. Poiché la produzione e gli scambi transfrontalieri di alcuni prodotti fertilizzanti interessano quantità limitate, la Commissione propone un’armonizzazione facoltativa: in funzione della loro strategia commerciale e del tipo di prodotto, i fabbricanti potranno scegliere di apporre la marcatura CE sul proprio prodotto, che potrà in tal modo essere commercializzato liberamente nel mercato unico secondo norme europee comuni, oppure optare per norme nazionali basate sul riconoscimento reciproco nel mercato unico.
L’attuale regolamento sui concimi in vigore dal 2003 consente la libera circolazione nel mercato unico soprattutto dei concimi inorganici di tipo convenzionale, solitamente estratti da miniere od ottenuti per via chimica, ma, secondo la Commissione, non è inoltre in grado di rispondere alle sfide ambientali rappresentate dalla contaminazione del suolo, delle acque interne, delle acque marine e infine degli alimenti provocata dai concimi. Il progetto di regolamento sarà ora trasmesso per adozione al Parlamento europeo e al Consiglio. Una volta adottato sarà direttamente applicabile senza necessità di recepimento nel diritto nazionale, dopo un periodo transitorio che consentirà alle imprese e alle autorità pubbliche di prepararsi alle nuove norme. (22.03.2016)