Recentemente, Assosementi ha diffuso una serie di dati per dimostrare che il reimpiego del seme non conviene alle aziende agricole. Se doveva essere un’operazione simpatia e dimostrare, con la trasparenza dei numeri, che il prezzo del seme certificato non è poi così alto, si è trasformata in un clamoroso flop, con un’ondata di commenti indignati su Facebook, che ha costretto l’associazione a uscire con nuovi numeri e argomentazioni. Al di là dell’incidente mediatico – quando si fa lobby non è bene usare la clava sul cliente, ad esempio accreditando l’idea che gli agricoltori italiani sono «preda di falsi dogmi» e «non valutano i molti rischi che comporta l’uso del seme riprodotto in azienda, selezionato in modo approssimativo o più frequentemente non lavorato»… – l’argomento è di grande attualità anche per il nostro settore, dove sta concludendosi in questi giorni una campagna commerciale complicata, a causa della crisi ormai strutturale che discende dalle importazioni a dazio zero e si è diffusa a domino su tutte le varietà.
Poiché tra i dati diffusi da Assosementi sui costi del seme certificato non figurano quelli del riso, abbiamo deciso di fare quattro conti e verificare se il rischio del reimpiego – impurità e germinabilità incerta, minor qualità del seme ma soprattutto inquinamento da infestanti e nematodi – valga il risparmio. Non è una valutazione tanto semplice, per effetto delle differenti varietà e delle diverse condizioni di coltivazione: perciò vi forniamo i dati di costo che siamo riusciti a raccogliere (ovviamente, non rivolgendoci ad Assosementi ma a moltiplicatori di provata esperienza) affinché ogni risicoltore possa confrontare questi costi con quelli che sostiene coltivando seme certificato oppure utilizzando il seme aziendale. Naturalmente, ogni consiglio, integrazione e correzione è benvenuto: scrivete a direzione@risoitaliano.eu
Fatta questa doverosa premessa vediamo i numeri. Il costo del seme certificato è una sommatoria di costi al quintale: (A) media di acquisto della varietà di riso, (B) premio riconosciuto al moltiplicatore, (C) costo della certificazione e della concia, (D) costo del trasporto, (E) costo dello scarto, (F) costo della selezione, (G) costo finanziario derivante dal periodo che intercorre tra la vendita e l’effettivo pagamento. Ovviamente, queste voci non sono identiche da azienda ad azienda. Se il seme non è venduto dal costitutore, ad esempio, ma da un distributore, occorre considerare una media di 5-6 euro al quintale che vanno a quest’ultimo e che in genere sono detratti dal profitto della ditta sementiera. Se la ditta sementiera è anche costitutore non sempre vengono contabilizzate le royalties del seme, che invece vanno aggiunte a tali costi in caso contrario (per Baldo, Carnaroli, Arborio e Sant’Andrea ammontano a circa 12 euro mentre per il Selenio ci si ferma a 9 euro). Se l’agricoltore reimpiega varietà certificate è tenuto a pagare 1/2 del valore della royalty. I costi della certificazione sono fissi (5 euro) ma non quelli della concia, che può essere più o meno accurata (da 3 a 5 euro, ma anche di più); lo stesso dicasi per lo scarto, che oscilla dal 5 al 12%, e quindi per i costi di selezione. Il profitto della ditta sementiera si aggira mediamente tra i 10 e i 12 euro, fatte salve le oscillazioni di domanda e offerta e il fatto, ad esempio, che un’azienda sementiera possegga in esclusiva una semente con caratteri richiestissimi dal mercato. Eppoi, le ditte più strutturate hanno economie di scala, ma quelle più piccole possono controllare meglio i costi aziendali. Ecco perchè, della seguente tabella, i costi veramente uguali per tutti (ma pur sempre variabili in base al mercato) sono A, B e D mentre gli altri possono cambiare.
varietà | prezzo (A) | premio (B) | certificazione/concia ( C) | trasporto (D) | scarto (E) | selezione (F) | finanziario(G) |
Balilla/Centauro | 28 | 8 | 8-10 | 2 | 5-7 | 7-10 | 1 |
Sole | 25 | 6 | 8-10 | 2 | 5-7 | 7-10 | 1 |
Selenio | 29 | 9 | 8-10 | 2 | 5-7 | 7-10 | 1 |
gruppo Ribe | 28 | 6-8 | 8-10 | 2 | 5-7 | 7-10 | 1 |
Augusto | 33 | 8 | 8-10 | 2 | 5-7 | 7-10 | 1 |
S.Andrea | 31 | 10 | 8-10 | 2 | 5-7 | 7-10 | 1 |
Roma | 28 | 8 | 8-10 | 2 | 5-7 | 7-10 | 1 |
Baldo | 40 | 10 | 8-10 | 2 | 5-7 | 7-10 | 1 |
gruppo Arborio | 31 | 12 | 8-10 | 2 | 5-7 | 7-10 | 1 |
Carnaroli | 32 | 12 | 8-10 | 2 | 5-7 | 7-10 | 1 |
similari Carnaroli | 27 | 8-10 | 8-10 | 2 | 5-7 | 7-10 | 1 |
lungo B | 27 | 6 | 8-10 | 2 | 5-7 | 7-10 | 1 |