Pienone di pubblico per il Convegno sul tema “Attualità e prospettive nella gestione delle malerbe e nella produzione sementiera del riso” tenutosi al Centro Ricerche dell’Ente Nazionale Risi il 14 febbraio, a testimonianza di quanto le problematiche legate alla protezione della coltura dalle malerbe infestanti siano sentite dagli operatori: senza adeguati interventi di diserbo la risicoltura diventa quasi impraticabile in gran parte delle realtà produttive. La riduzione dei principi attivi utilizzabili in risaia a seguito di revoche e mancati rinnovi delle autorizzazioni (ultima in ordine di tempo quella relativa ad Oxadiazon) ha reso sempre più limitati i meccanismi di azione degli erbicidi, sempre più facile l’insorgenza di fenomeni di resistenza e sempre più difficile la gestione delle malerbe.
Miniotti: chimica indispensabile
L’ambiente di risaia presenta numerose infestanti, descritte dettagliatamente nella relazione di Eleonora Miniotti dell’Ente Nazionale Risi. Miniotti ha schematizzato le possibili strategie di lotta, in cui il diserbo chimico conserva un ruolo centrale ed indispensabile, anche se può essere in alcuni casi integrato con mezzi meccanici (gestione delle lavorazioni, agricoltura conservativa, strigliature), fisici (pacciamatura “verde” o con films plastici biodegradabili, sommersione invernale) ed agronomici (sovesci o cover crops ed avvicendamenti colturali).
Scarabel: nodo resistenze
In ogni caso non bisogna dimenticare la continua mutabilità ed evoluzione della flora infestante e delle associazioni tra piante infestanti che richiedono grande professionalità nella gestione del problema. Una necessità ribadita anche dalla relazione di Laura Scarabel dell’IRET-CNR, che ha analizzato la crescente complessità del problema delle resistenze agli erbicidi, che non si manifesta solo in ambito risicolo ma anche su altre colture anche a seguito della riduzione della disponibilità di principi attivi utilizzabili e nella sempre più difficile autorizzazione di nuove molecole.
Ferrero: occhio agli strumenti
Il prof. Aldo Ferrero ha illustrato le tecniche più idonee per eliminare o limitare i rischi di contaminazione delle acque attraverso i prodotti fitosanitari impiegati in risaia: non solo erbicidi, ma anche fungicidi ed insetticidi che possono esercitare un’influenza negativa sugli SQA (standard di qualità ambientale) dei corpi idrici. Per questo possono essere importanti le attrezzature di distribuzione (corrette tarature, ugelli idonei), le modalità di gestione dell’acqua di irrigazione (risommersioni “lente”, bocchette di uscita chiuse per alcuni giorni dopo i trattamenti), la corretta pulizia delle macchine, la gestione dei fossi e canali, la creazione di barriere antideriva e fasce vegetate.
Nomisma: ecco quanto costa
Nel corso del convegno è stato distribuito un volume di studio edito da Nomisma con la collaborazione di Innova-Tech relativo agli “Impatti economici della gestione delle infestanti del riso in Italia”. Lo studio, illustrato da Ersilia Di Tullio di Nomisma, e realizzato attraverso rilevazioni condotte su risaie coltivate con la tradizionale modalità di semina in acqua, evidenzia un incremento del costo della protezione della coltura dalle infestanti che è stato stimato nel +36% nel decennio 2006-16. Costo che, in assenza di nuovi strumenti, potrebbe incrementarsi di un ulteriore 12% entro il 2026.
Dati sul seme certificato e premi
La giornata è stata chiusa dalle relazioni di Luigi Tamborini del CREA (relazioneCrea2019), che ha analizzato l’evoluzione del settore del seme certificato di riso in Italia, e da quella sul nematode Aphelenchoides besseyi di Stefano Sacchi del Servizio Fitosanitario della Regione Lombardia. Al termine, sono stati premiati i moltiplicatori di seme. Autore: Pierfrancesco Greppi (SCARICA LE RELAZIONI CLICCANDO SUI NOMI)