Nel 2020, il commercio mondiale è aumentato del 3,1% a 45,5 milioni di tonnellate da 44,2 milioni di tonnellate nel 2019. Le richieste di importazione sono state più elevate in America Latina e nei Caraibi a causa di un picco nel consumo di riso in risposta alla pandemia. L’India, il più grande esportatore mondiale, ha visto le sue esportazioni impennarsi del 50% grazie a prezzi molto competitivi. Al contrario, le vendite tailandesi sono diminuite di un ulteriore 25%, raggiungendo il livello più basso degli ultimi vent’anni. Il Vietnam ha resistito meglio all’onda indiana, registrando un calo di solo il 4,5%, salendo al 2° posto nel mondo e superando per la prima volta la Thailandia. Nel 2021, si prevede un aumento significativo del commercio mondiale del 4,5% a 47,6 milioni di tonnellate, cioè 2,1 milioni di tonnellate in più rispetto al 2020. La domanda di importazioni dovrebbe crescere fortemente in Bangladesh e in Africa occidentale, in particolare in Nigeria, Costa d’Avorio e Senegal. Le scorte mondiali di riso del 2020 sono diminuite del 3% a 183,1 milioni di tonnellate dai 186,2 milioni di tonnellate del 2019.
Tuttavia, rimangono a livelli tranquillizzanti, pari al 36% del fabbisogno mondiale. Questo calo riguarda soprattutto la Cina, anche se le sue riserve rimangono molto solide, equivalenti al 70% del suo consumo annuale. Inoltre, le scorte dei principali paesi esportatori dovrebbero aumentare ancora nel 2020/21 a 53 milioni di tonnellate, pari al 30% delle scorte mondiali. D’altra parte, le scorte dei principali paesi importatori, in particolare dei paesi africani, dovrebbero ridursi. Nel 2021, le scorte mondiali potrebbero aumentare leggermente dell’1,2% a 184,3 milioni di tonnellate. Lo riporta il rapporto mensile Osiriz, edito da Patricio Méndez del Villar, ricercatore al Centro francese di Cooperazione internazionale in ricerca agronomica per lo sviluppo, il Cirad (www.cirad.fr),e disponibile in quattro lingue.