L’Ente Nazionale Risi non modificherà i certificati di trasferimento del risone, per ora. La richiesta dell’Airi di indicare l’anno di produzione, allo scopo di permettere una individuazione più sicura delle partite di risone con un limite minimo di residui di triciclazolo potenzialmente superiore al livello di legge, non verrà immediatamente recepita dall’ente. Lo ha comunicato Paolo Carrà, presidente dell’Ente Risi, ai mediatori e ai sindacati con una secca risposta recapitata venerdì 14 e divulgata ieri, in seguito all’articolo con cui abbiamo rivelato la richiesta dell’industria. «In merito alla nota in data 05/04 da Airi ai mediatori e alle organizzazioni agricole e di cui solo ieri l’Ente Risi è venuto a conoscenza, vogliamo specificare che le modifiche annunciate rispetto al buono di trasferimento e al controllo dei dati sono solo richieste che l’Ente ha ricevuto da Airi e sulle quali l’Ente stesso non si è espresso e, ad oggi, non ha assunto alcuna determinazione». Insomma, un bel due di picche all’Airi. Il carteggio dimostra peraltro che ci sono esigenze contrapposte: da un lato, gli industriali insistono per avere tutte le garanzie di conformità delle partite di risone alla nuova normativa europea (peraltro il regolamento sul triciclazolo è atteso per giugno), dall’altro i risicoltori temono un aggravio dei costi e un deprezzamento della materia prima, già affossata dalle importazioni selvagge. (Nella foto piccola: il logo Ente Risi. Nella foto grande, il presidente Carrà a sinistra mentre interviene a un dibattito)
CRESCONO LE RESE IN SPAGNA
Crescono le rese in Spagna, dopo le due annate di grande siccità, oltre che le aree risicole