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IL BRASILE FA IL PIENO

da | 21 Feb 2020 | Internazionale, Uncategorized

Il Brasile fa il pieno: la produzione di cereali, legumi e semi oleosi brasiliani ha chiuso il 2019 a un volume record di 241,5 milioni di tonnellate, secondo quanto riferito dall’Istituto brasiliano di geografia e statistica (Ibge), ma il riso appare in diminuzione del 12,6%. Secondo le cifre rese pubbliche a inizio anno, il volume complessivo dei cereali è in crescita del 6,6% rispetto al 2018 e dell’1,3% rispetto al record precedente del 2017.
Ibge ha diffuso la sua terza previsione per il raccolto 2020, che dovrebbe essere persino maggiore del 2019, con 243,2 milioni di tonnellate, in aumento dello 0,7% rispetto al 2019. Nell’anno che è appena cominciato però il riso, dovrebbe riprendersi almeno in parte, con un aumento dello 0,9%. Nel 2018 erano state prodotte 11.736.353 tonnellate si risone, contro le 10.260.474 tonnellate del 2019, con un calo del 12,6%, che fa seguito ad una contrazione delle rese. L’area dei seminativi si è ridotta, ma con una variazione inferiore: si è infatti passati da 1.877.822 ettari del 2018 a 1.711.687 ettari del 2019, con una variazione negativa dell’8,8%. Le rese sono infatti diminuite del 3,6%, secondo i dati dell’Ibge, passando da 6,28 tonnellate per ettaro del 2018 a 6,05 tonnellate per ettaro del 2019. Brasilia, la National Supply Company (Conab) ha pubblicato la sua quarta previsione delle colture cerealicole per la campagna 2019/2020, che indica una produzione di 248 milioni di tonnellate, con un aumento del 2,5% rispetto a un ciclo fa. Le cifre indicano un nuovo record nella serie storica. La differenza tra i dati di Ibge e quelli di Conab è che il primo istituto si riferisce agli anni solari,  mentre il secondo si riferisce alle annate agricole.
Il vice segretario per la politica agricola del ministero dell’Agricoltura Wilson Vaz de Araújo, ha affermato che gli indicatori sono dovuti soprattutto a una buona performance dei prestiti per il settore. “Non c’è mai stato un esborso di credito ufficiale così forte come nei primi sei mesi dell’anno del raccolto (da luglio a dicembre)”, ha detto.
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