IL 3% DOVRA’ ANDARE AI GIOVANI
Il 29 giugno i ministri dell’agricoltura riuniti al Consiglio hanno accettato l’accordo provvisorio raggiunto venerdì scorso tra i negoziatori sugli elementi chiave della riforma della politica agricola comune (
PAC), in modo che la proposta possa diventare parte del diritto dell’UE.
Paolo Magaraggia (
Coldiretti Bruxelles) ci illustra cosa è stato deciso per gli
interventi a favore dello sviluppo rurale. (AVVISO). Si affronta il
tema dell’insediamento dei giovani e dell’avvio di nuove imprese rurali.
(La descrizione di seguito riportata rappresenta una sintesi dei principali elementi dell’accordo interistituzionale redatta sulla base della composizione dei testi di compromesso sui principali elementi oggetto di divergenza tra i Colegislatori (Consiglio e Parlamento europeo) e la Commissione europea. Tali elementi, pertanto, non possono essere considerati come definitivi in quanto devono essere ancora sottoposti alla verifica tecnica e giuridica-linguistica da parte dei servizi della Commissione)
Insediamento e avvio
Gli Stati membri devono dedicare almeno un importo equivalente al 3% dei loro pagamenti diretti per gli interventi a favore dei giovani agricoltori nel primo (Art. 27), nel secondo o in entrambi i pilastri.
Nel caso in cui lo Stato membro decida di utilizzare il 3% solo per l’aiuto per il I° pilastro, può finanziare l’aiuto all’insediamento tramite le risorse dalla dotazione prevista per lo sviluppo rurale. Oppure, può utilizzare fino al 2% dei pagamenti diretti previo il trasferimento dal I° al II° pilastro previsto tramite l’articolo 90 (trasferimento tra pilastri).
In linea con gli investimenti, i colegislatori hanno concordato che il sostegno all’avviamento di imprese agricole per la diversificazione di attività non agricole.
Gli aiuti per il “nuovo agricoltore” potrebbero essere concessi tramite strumenti finanziari. Autore: Paolo Magaraggia, Coldiretti