In Piemonte si torna a discutere sul PSR: il tema caldo che ha suscitato l’attenzione di Confagricoltura Piemonte è l’avanzamento della spesa sostenuta sul PSR, cioè la percentuale della dotazione economica originaria che viene effettivamente impiegata. Su una dotazione complessiva di circa 1 miliardo di euro, assegnata al Psr 2014-2020 attraverso i fondi europei Feasr, statali e regionali, il Programma di sviluppo rurale del Piemonte aveva raggiunto, al 30 novembre 2019, una performance di spesa pari al 45% della dotazione finanziaria complessiva, rispetto alla media nazionale che si attestava al 39% di spesa. Nei mesi dell’emergenza Covid il Piemonte era tra le prime regioni del Centro – Nord per liquidazione di contributi alle aziende agricole, con il 51,33% di avanzamento.
Dal mese di gennaio al 20 maggio 2020 sono stati liquidati alle aziende piemontesi attraverso le misure del Psr oltre 58 milioni di euro e, entro il mese di giugno 2020, è stato erogato il 95% dei contributi assegnati per le misure a superficie del PSR, ovvero le misure agroambientali, del biologico e dell’indennità compensativa per la campagna 2019:
- Misura 10 – Agroambiente – pagati euro 48.754.981,05 (96%);
- Misura 11 – Agricoltura biologica – pagati euro 7.212.221,64 (96%);
- Misura 12 – Indennità compensativa zone forestali Natura 2000 – pagati euro 1.261.557,71 (97%);
- Misura 13 – Indennità compensativa per le zone di montagna – pagati euro 12.461.672,68 (95%).
La Giunta regionale del Piemonte, inoltre, il 12 giugno ha recepito ufficialmente le modifiche al Programma di sviluppo rurale 2014-2020 del Piemonte, approvate il 5 giugno 2020 dalla Commissione europea, consistenti in una rimodulazione dei fondi: oltre 30 milioni di euro complessivi vengono concentrati sulle misure del Psr per l’agroambiente, il biologico, l’indennità compensativa e i giovani agricoltori. Ad oggi, secondo il dato Agea aggiornato al 03.08.2020, l’avanzamento della spesa sulla dotazione complessiva del PSR del Piemonte si attesta al 52,93%. Ma ci sono ancora alcune criticità di fondo.
Ercole Zuccaro, direttore di Confagricoltura Piemonte, spiega: «Il Piemonte aveva a disposizione per tutto il periodo di programmazione, dal 2014 al 2020, circa un miliardo e 79 milioni di euro. Ad oggi, tuttavia, le risorse effettivamente impiegate ammontano al 52, 93% del fondo disponibile. Un evidente controsenso, tanto più se si osserva che la programmazione scade il 31.12.2020. Probabilmente ci sarà la possibilità di spendere la quota rimanente fino alla fine del 2021 e in alcuni casi anche nel 2022 ma, se la programmazione si chiudesse effettivamente il 31.12.2020, ad oggi avremmo speso solo poco più della metà delle risorse destinate al nostro PSR. La nostra situazione regionale è però tutto sommato positiva rispetto a quella di altre regioni: se la spesa media italiana è pari al 49,19% delle risorse disponibili, Bolzano ha impiegato il 70% delle risorse regionali, il Veneto ha speso il 63% della sua dotazione, mentre altre regioni arrivano solo al 36%. Le risorse ci sono e sono consistenti, a fronte però di una bassissima capacità di spesa e questo ha ripercussioni negative sulle imprese che, in mancanza di stanziamenti adeguati, non riescono ad innovare».
Una fotografia della situazione nazionale viene dal report di Rete Rurale Nazionale relativo al primo trimestre 2020: nel primo trimestre 2020 sono stati erogati contributi pubblici pari a 367,84 milioni di euro (corrispondenti ad una quota FEASR di 173,7 milioni di euro). L’avanzamento della spesa pubblica effettivamente sostenuta risulta pari a 44,81 % a cui è necessario aggiungere gli importi versati a titolo di prefinanziamento pari al 3% del budget totale di ciascun PSR. Nel trimestre le spese relative alle regioni più sviluppate raggiungono circa 207,93 milioni di euro, mentre per le regioni meno sviluppate la spesa pubblica rendicontata ammonta a 71,81 milioni di euro e per le regioni in transizione risulta pari a 32,04 milioni di euro. Dall’inizio della programmazione ad aprile 2020 sono stati spesi complessivamente 9.370,42 milioni di euro, pari a 4.615,15 milioni di euro di quota FEASR.
Su alcune regioni aleggia, infine, al 31 dicembre 2020, lo spettro del disimpegno, meccanismo per sua natura già volto a incrementare il ritmo di sviluppo dei progetti e il monitoraggio dei flussi di finanziamenti destinati ai programmi: ai sensi dell’Art.38 del Reg. 1306/2013, se una somma stanziata a favore di un dato programma non viene ritirata entro la fine del secondo anno a decorrere dall’approvazione dello stesso, tutte le somme di denaro non versate non saranno più disponibili per quel programma. Autore: Milena Zarbà
(Fonte Agea Coordinamento, Tabella – avanzamento della spesa, pubblica e quota FEASR, effettivamente sostenuta e situazione disimpegno automatico FEASR al 31 dicembre 2020, dato aggiornato al 03.08.2020)