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I SINDACATI GIUDICANO AGEA

da | 2 Nov 2019 | Non solo riso

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Entra in vigore dal 1° novembre 2019 il D.Lgs. n.116/2019 che riorganizza l’Agenzia per le erogazioni in agricoltura – AGEA e riordina il sistema dei controlli nel settore agroalimentare anche attraverso lo sviluppo del Sistema informativo agricolo nazionale. Il decreto disciplina la modifica del SIN S.p.a. – Sistema Informativo Nazionale per lo sviluppo dell’Agricoltura, che dovrà essere qualificato quale società in house del Mipaaf e di AGEA. Il suddetto decreto è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 244 del 17 ottobre 2019 ed è relativo alle “disposizioni integrative e correttive al decreto legislativo 21 maggio 2018, n. 74, in attuazione dell’articolo 15, della legge 28 luglio 2016, n.154”.

Cosa accadrà in breve?

Le funzioni già attribuite ad Agecontrol vengono riassunte dal Mipaaf, che le delegherà al Sistema informativo nazionale per lo sviluppo dell’agricoltura, che però diventerà una società per azioni “in house” con capitale interamente pubblico. Sin erediterà sostanzialmente il personale ed il bilancio della soppressa Agencontrol. In pratica Agea avrà a questo punto una sola costola operativa, Sin Spa, con capitale interamente pubblico diviso tra Agea ed il Mipaaf, e chiamata a gestire sia il Sian – con la necessità di interagire con gli enti pagatori regionali sulla base di un modello organizzativo e regole tecniche stabilite dal Mipaaf – che le funzioni di controllo di qualità oltre alle verifiche istruttorie e contabili sui settori interessati agli aiuti comunitari ereditati da Agencontrol.

Cosa pensano i sindacati?

Secondo Cia Lombardia: «La riforma Agea effettuata attraverso l’intervento correttivo e integrativo delle disposizioni del D.Lgs. 74/2018 presenta indubbiamente alcuni punti di forza meritevoli di apprezzamento. Con il testo, infatti, viene sanata l’anomalia che si sarebbe potuta prefigurare con l’accorpamento di Agecontrol S.p.A. in AGEA prevista dal precedente dispositivo, superando le criticità che sarebbero insorte in ordine al trattamento economico e di inquadramento giuridico. Viene inoltre salvaguardato il bagaglio di competenze e il know how della SIN S.p.A. ai fini di favorire una comunicabilità tra i sistemi informatici della pubblica amministrazione. Un altro punto di forza meritevole di menzione è lo snellimento delle società partecipate con l’accorpamento nella SIN S.p.A., alla quale vengono affidati compiti di pianificazione innovazione e controllo dei servizi informatici. Il provvedimento, infine, si fa carico di intervenire su un elemento di grande importanza per gli agricoltori, rappresentato dalla impossibilità che i dati possano essere utilizzati da strutture diverse dalla pubblica amministrazione». Per tutte queste ragioni Cia conferma l’apprezzamento per questa riforma, già espresso al momento del suo varo, avvenuto lo scorso luglio. Auspica  però «che il processo di riorganizzazione previsto con tale provvedimento venga attuato con celerità, assicurando allo stesso tempo continuità nella erogazione dei servizi, senza comportare alcuna battuta d’arresto in fase transitoria».

Per Confagricoltura Lombardia «si valuta positivamente in termini generali che si sia deciso di optare per una riorganizzazione di AGEA perché in questi anni la necessità di migliorarne il funzionamento e l’efficienza è apparsa del tutto evidente, con particolare riferimento ad un più corretto rapporto tra AGEA coordinamento e gli Organismi Pagatori Regionali. In particolare come Confagricoltura Lombardia da tempo segnaliamo quanto sia complicato e laborioso intervenire su tutte le problematiche delle domande di pagamento quando si intrecciano le competenze tra AGEA ed OPR; è questo il caso delle problematiche che riguardano, ad esempio, il registro titoli o il registro debitori, o ancora i controlli in campo eseguiti su domande lombarde. Anche la parte informatica ha rappresentato in questi anni un grosso problema che è indispensabile risolvere partendo da tutti gli aspetti ancora critici molto spesso legati a fasi di interscambio dati».

Per Coldiretti Lombardia infine «la riorganizzazione era necessaria, quindi la sua attuazione è ben accetta, per la Lombardia l’incidenza dovrebbe comunque essere contenuta avendo un nostro organismo pagatore. Se questa riorganizzazione dovesse avere altri impatti va chiesto all’Organismo Pagatore direttamente». Autore: Martina Fasani

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