In una situazione poco chiara, come quella che si materializza dopo le dichiarazioni di Alberto Valmaggia, assessore all’ambiente della Regione Piemonte, su Risoitaliano, sulla bruciatura dei residui di trebbiatura, e la risposta delle Province, i sindacati di settore provano a mediare tra scelte istituzionali e lavoro agricolo.
Paola Battioli, presidente di Confagricoltura Novara e Vco, ci dichiara: «bisogna premettere che la condizionalità permette la bruciatura delle paglie ad eccezione dei comuni che hanno deliberato il divieto. In ogni caso siamo rimasti in attesa di chiare indicazioni, da parte della Regione, riguardo a se si dovesse tener fede alla DGR n. 42 dell’ottobre 2017. Il 25 di settembre, in occasione di una sottoscrizione presso l’assessorato dell’ambiente, ci è stato comunicato dall’assessore Valmaggia la presenza di una DGR, sottoscritta ma non ancora pubblicata sulla Gazzetta, riguardo una normativa sulla prevenzione degli incendi boschivi che avrebbe riguardato anche le zone pianeggianti del Piemonte, spostando l’inizio del divieto al primo di novembre. A livello agronomico devo dire che la bruciatura dei residui deve essere effettuata solo se strettamente necessaria, bisognerebbe comunque evitarla per i problemi ambientali. Le problematiche nell’interramento vi sono in alcune zone, ad esempio dove la dotazione di sostanza organica è eccessiva, ma a mio parere si dovrebbe ricorrere ad altri mezzi di smaltimento. Nella Provincia di Novara ho comunque riscontrato poche effettuazioni di questa pratica, anzi una quasi totale assenza, a dimostrazione di come sia una pratica che si sta abbandonando sempre di più. In ogni caso auspico la presenza di una normativa chiara che possa eliminare ogni possibile dubbio.”
Paolo Dellarole, presidente di Coldiretti Vercelli e Biella, mette chiarezza dicendo: «Per quanto riguarda la Provincia di Vercelli ci siamo trovati, nel periodo in cui gli agricoltori volevano eseguire questa pratica, in una fase in cui si incrociavano diverse normative: una regionale che prevedeva il divieto dal 1 ottobre al 31 di marzo, una provinciale che regolava la pratica dal 1⁰ aprile al 31 di settembre e l’ultimo DGR che spostava il periodo dal 1⁰ di novembre, questo è stato pubblicato sul Burp come n 41 del 11/10/2018. L’assessore Valmaggia ha chiarito nella recente intervista che la direttiva da applicare è quest’ultima, lasciando, per le annate a venire, discrezionalità a Province e Comuni per la scelta del periodo in cui adottare la pratica e la creazione di eventuali deroghe per i territori in cui i terreni non consentono la trasformazione della sostanza organica, aprendo dunque un periodo nebuloso su questa materie, viste tutte le variabili. In ogni caso sono anni che sconsigliamo questa pratica, oltre che per le effettive problematiche, per l’eccessiva visibilità che ha nei confronti degli esterni al settore. Praticandola si fomentano le cattive impressioni che risiedono nella mente dei cittadini riguardo l’impatto ecologico dell’agricoltura, essendo una pratica visibilmente negativa per la qualità dell’aria. L’interramento è, inoltre, una scelta culturale positiva in molti casi, nonostante vi siano delle eccezioni relative per lo più al tipo di impasto e alla capacità di trasformazione della sostanza organica del terreno. Attendiamo ulteriori chiarimenti in questo senso, con la consapevolezza che la bruciatura dei residui sia una pratica con più risvolti negativi che positivi, in molti casi».