Una lettera alla Commissione Europea per chiedere maggiore attenzione dell’Europa sul problema dell’impatto economico cumulativo del commercio internazionale sul settore del riso europeo: così Copa-Cogeca, in rappresentanza degli agricoltori e delle cooperative agricole dell’Unione europea, affronta il cogente problema delle distorsioni della concorrenza sul mercato del riso, rivolgendosi alla Direzione Generale Commercio per chiedere l’estensione delle misure di salvaguardia sul riso proveniente dalla Cambogia e di applicarle anche al riso Japonica. Inoltre Copa – Cogeca sostiene l’azione dell’Unione Europea e chiede la rivalutazione dello status commerciale del Myanmar, visti i recenti sviluppi politici nel Paese, nonché un ritiro delle preferenze commerciali fino a quando la situazione non migliorerà.
L’Unione Europea procede spedita con l’ambizioso Green Deal senza garantire il mantenimento della nostra produzione agricola e della nostra competitività e, dall’altro lato, c’è un settore, quello risicolo, alle prese con gli effetti precari della clausola di salvaguardia: dopo un calo iniziale e di breve durata, le importazioni di riso Indica cambogiano hanno quasi raggiunto il livello precedente. Inoltre, questa decisione presa dalla Commissione ha consentito al Myanmar di passare dalle esportazioni di Indica alle esportazioni di Japonica. Dall’entrata in vigore delle misure di salvaguardia, il Myanmar è riuscito in media a triplicare (e persino quadruplicare in alcuni mesi) le proprie esportazioni di riso Japonica nell’UE.
Secondo il report “Impatto economico cumulativo degli accordi commerciali sull’agricoltura dell’UE”, pubblicato dal Centro Comune di Ricerca (JRC) il 27 gennaio 2021, il riso è uno dei settori più minati dalla politica commerciale dell’UE e dai suoi accordi. Tra tutte le materie prime considerate, il calo dei prezzi del riso è il più netto, a riprova della vulnerabilità del settore nel contesto delle crescenti importazioni: si prevedono, entro il 2030, aumenti delle importazioni compresi tra il 2,7% e il 3,9%, a fronte di un calo della produzione europea di riso intorno all’1,5% e di una flessione dei prezzi del 7%, con possibili ulteriori ribassi, secondo lo scenario più conservativo, rispettivamente all’1% e al 4,8%.
Eppure, il settore della risicoltura, a ben guardare, affonda le radici nella cultura europea, coltivato in otto Paesi, dal Portogallo alla Bulgaria all’Italia, fornendo circa 50.000 posti di lavoro nelle regioni dell’Unione Europea. Senza trascurare i numerosi benefici ambientali ai quali le risaie contribuiscono, per quanto riguarda il mantenimento della biodiversità e degli habitat delle zone umide.
Lettera del Copa Cogeca alla Commissione europea
Spiega Giuseppe Ferraris (nella foto), presidente del gruppo riso del Copa-Cogeca, illustrando il contenuto della missiva indirizzata alla Commissione e sottolineando come la garanzia di una concorrenza leale per i nostri agricoltori e le nostre cooperative europee debba riflettersi nelle nostre relazioni commerciali esterne: «Quello del riso è un settore estremamente sensibile. Copa-Cogeca da sempre sostiene il commercio all’interno dell’Unione europea e con i Paesi terzi ma ritiene anche che il commercio debba essere fondato su regole equilibrate, eque e trasparenti e che le importazioni nell’Unione Europea debbano essere in linea con i requisiti che l’Unione stabilisce per i propri agricoltori. Il Copa-Cogeca – continua Ferraris – riconosce gli sforzi compiuti dalla Commissione per l’attuazione della clausola di salvaguardia per il riso Indica del Myanmar e della Cambogia, tuttavia, riconosce anche e sottolinea il minimo impatto di queste misure. Consideriamo anche che la combinazione di restrizioni alle esportazioni nazionali (cioè dalla Thailandia e dal Myanmar) e la carenza di merci internazionali dovute alla pandemia di COVID-19 hanno ridotto le importazioni di riso. Ma dobbiamo sottolineare che questa deve essere vista come una situazione temporanea, distorta da eventi imprevisti e senza precedenti.
Dati i risultati allarmanti dello studio del JRC sulle prospettive future del commercio del riso e la mancanza di dazi sull’altra principale categoria di riso (Japonica), il Copa e la Cogeca vi chiedono di estendere le misure di salvaguardia sul riso proveniente dalla Cambogia e la data di scadenza e di applicarli anche a Japonica. Inoltre, il Copa e la Cogeca sostengono l’azione dell’UE per rivalutare lo status del Myanmar come nostro stretto partner commerciale, visti i recenti sfortunati sviluppi politici nel paese. Tuttavia, il Copa-Cogeca ritiene anche che le preferenze commerciali sul riso dovrebbero essere ritirate fino a quando la situazione non migliorerà. Infine, se l’Unione europea non si impegnerà a garantire il mantenimento della nostra produzione agricola e della nostra competitività, ciò metterà in discussione la base dei nostri accordi commerciali esistenti. L’accesso al mercato su settori sensibili a Paesi terzi che non condividono le ambizioni green europee eserciterà un’enorme pressione sugli agricoltori dell’UE che ridurrà notevolmente la loro capacità di investire nelle nostre risorse naturali, minando così gli obiettivi stessi del Green Deal».
Analoghe richieste sono pervenute dall’Ente Risi e dai Sindacati. Una posizione ancor più dura è stata espressa dalle cooperative spagnole. Scarica la lettera. Autore: Milena Zarbà