L’unione dei risicoltori europei, il sindacato guidato da Bertrand Mazel, chiede la clausola di salvaguardia, un’armonizzazione dei prodotti fitosanitari autorizzati e l’etichettatura obbligatoria con la dichiarazione d’origine del riso, anche per i prodotti trasformati. Si tratta di richieste più esigenti rispetto a quelle avanzate dal governo italiano, particolarmente sul fronte dell’etichettatura e della gestione dei fitofarmaci, rispetto ai quali il sindacato europeo chiede di eliminare le distorsioni tra gli Stati membri. (SCARICA IL DOCUMENTO)
Traduzione: Su iniziativa dell’Ente Nazionale Risi il 20 febbraio 2017, le organizzazioni dei risicoltori europei si sono riunite a Milano per protestare contro la difficile situazione legata all’importazione massiccia dai Paesi asiatici emergenti. (Cambogia: da 8.000 t nel 2009 a 345.000 t nel 2016)
I produttori di riso italiano, spagnolo, portoghese e francese sono di fatto in “prima fila” contro questa situazione irrazionale. Questo diluvio di riso sul nostro continente ha come conseguenza un aumento delle scorte di riso Japonica, che destabilizza anche il mercato tradizionale europeo.
Il prezzo del risone tra i produttori europei è diminuito di oltre il 35% dallo scorso anno. Oltre l’impatto sulla produzione di riso con le sue dimensioni economiche e sociali, v’è anche una forte questione ambientale relativa alle zone umide, come la Camargue o Doñana, riconosciute dalla Convenzione di Ramsar. Ricordiamo infatti che i coltivatori di riso europei sono più di 12 mila, e operano in 8 nazioni della UE.
Proponiamo dunque alla Commissione europea le seguenti richieste:
1- una clausola di salvaguardia relativa alle importazioni di Cambogia, come previsto dall’articolo 23 del regolamento 978/2012.
2- un’accelerazione nell’armonizzazione europea dei prodotti fitosanitari utilizzati nelle diverse colture, tra cui una zona unica per la valutazione e l’uso per ridurre le distorsioni tra gli Stati membri e gli agricoltori e trattare in maniera uniforme l’emergere di nuovi parassiti e malattie.
3- l’etichettatura obbligatoria di origine del riso, e dei derivati dal riso. Questo è già in fase di sperimentazione in Francia per quanto riguarda il latte e la carne dopo il parere della Commissione europea.
Queste tre richieste rappresentano il minimo necessario per preservare il futuro della nostra filiera, emblematicadel Sud dell’Europa e garantire così ai consumatori europei una produzione di qualità.