Dopo aver infiammato gli animi ad inizio settimana, il caldo afoso fiacca le parti nella seduta del venerdì a Mortara. Un unico movimento a listino viene segnalato dalla commissione prezzi, la crescita del gruppo S. Andrea, che raggiunge i 73 €/q lordi.
LA CRESCITA RALLENTA
Il documento fornisce numeri addirittura inferiori rispetto ai listini precedenti ad esso. Ad esempio, molte voci apprezzatesi sul bollettino di Vercelli martedì non raggiungono la stessa cifra presso la sede della Lomellina. È il caso del gruppo Baldo e dei lunghi A generici, che mantengono la stessa quotazione di settimana scorsa e non raggiungono i 75 €/q lordi già visti nelle altre sedi. La stessa crescita del gruppo S. Andrea è “zoppa” rispetto a quanto visto martedì, restando indietro di circa 2 €/q. Va considerato, però, che queste valutazioni si erano dimostrate difficili da ottenere all’atto pratico, e molte riserie avevano storto il naso, decidendo di non acquistare a tali prezzi (leggi il precedente articolo sul tema mercati).
SEDUTA TRANQUILLA
Il clima in sala di contrattazione, come scritto in apertura, è stato più tranquillo del solito. L’offerta resta scarsa ma anche la domanda sta allentando la presa, dimostrandosi meno insistente nel richiedere merce, forse anche con fini strategici. Il risone disponibile è ormai poco, probabilmente al di sotto del 10% (il dato sul trasferito di Ente Risi afferma 86,1%), e le riserie non vogliono che questa scarsità si tramuti in ulteriori apprezzamenti. Ancor di più in contesto come quello odierno, in cui importare merce dall’estero è costoso e complesso.
All’atto pratico, dunque, rimangono difficilissimi da realizzare i prezzi massimi nei tondi, ossia i 100 €/q per Selenio e i 75 €/q per Sole, mentre si conferma la non quotazione per i generici. Sono poche anche le riserie disposte a spendere 60 €/q per i lunghi B e 75 €/q per Barone, i fattori che determinano il prezzo in molti casi sono la qualità della partita e la necessità del compratore. Come detto, non vengono comunicate vendite di gruppo Baldo e S. Andrea a 75 €/q, a differenza di quanto avvenuto ad inizio settimana. Stessa sorte per i lunghi A generici, per i quali però l’offerta non sembra disposta a fare un passo indietro e continua a chiedere i 75 €/q stessi.
LE RISERIE FISSANO IL LIMITE
Il risicoltore ed esperto di mercato Claudio Melano analizza con queste parole la situazione attuale. «In questo periodo sta accadendo di tutto, anche se il riso da vendere è ormai poco. In un contesto caratterizzato da pochi scambi, ogni compravendita può influire sui valori a listino, per questo le riserie hanno cercato di porre un freno alla crescita. La scelta può sembrare fuori luogo quando il risone vendibile è pochissimo, come in questo momento, ma le industrie di trasformazione lo stanno facendo anche per porre un limite ai prezzi nelle prossime campagne».
«Abbiamo poca memoria storica ma la carenza di cereali sul mercato internazionale può diventare un grosso problema per la nostra economia. Il prossimo anno avremo meno prodotto a disposizione molto probabilmente. La superficie a riso, infatti, è calata e le difficoltà idriche rischiano di ledere gravemente alla produttività. Nel prossimo futuro queste si acuiranno e potremmo anche avere difficoltà nel reperire fertilizzanti inorganici. Gli ostacoli alle importazioni, inoltre, non sembrano diminuire, al contrario si intensificano. Con queste prospettive le riserie hanno deciso di chiarire quale fosse il massimo prezzo che possano permettersi di pagare, comunicando di non essere disposte a spendere le cifre attuali. Riguardo alla comunicazione di martedì, credo sia stata un chiaro monito ad alcuni mediatori, che hanno adottato un comportamento scorretto pubblicando bollettini paralleli». Autore: Ezio Bosso.