Aumento di capitale per BF SPA (holding alla testa di Bonifiche Ferraresi). L’ha deciso il giorno 11 ottobre il Cda della spa, attiva anche nel settore risicolo con 668 ettari in produzione. L’aumento di capitale da 150 milioni di euro (pari a 75 milioni di nuove azioni ordinarie) servirà a valorizzare il brand aziendale (Le Stagioni d’Italia), proseguire la crescita della società anche attraverso acquisizioni di nuovi terreni (possibilmente in corpo unico, com’è avvenuto a febbraio del 2017 con l’acquisto di 1.000 ettari in Sardegna) e proseguire negli investimenti tecnologici o nello scouting di start up nel settore delle tecnologie agrarie (dove opera IBF Servizi). La delega è stata approvata il giorno 11 luglio allo scopo di «sollecitamente le opportunità di crescita, anche per linee esterne, che si dovessero presentare». Al forum europeo dell’agricoltura e dell’alimentazione di Cernobbio, l’ad Federico Vecchioni (foto grande) ha rivendicato il ruolo di “locomotiva” del Made in Italy agroindustriale: «nel 2014 c’erano molti fondi d’investimento stranieri interessati ad acquisire BF da Bankitalia – ha ricordato – ma se il sottoscritto e un gruppo di imprenditori, con Coldiretti, non avesse avuto la meglio, l’unica società agricola quotata in borsa di proprietà italiana non sarebbe stata capace di generare quello che Bonifiche Ferraresi, oggi BF Spa, rappresenta: la più grande piattaforma agricola produttiva del Paese con circa 7 mila ettari in produzione in più regioni italiane». In uno scenario in cui molti marchi italiani sono in vendita, anche nel mondo agricolo, Vecchioni ha evidenziato la necessità di promuovere ulteriori progetti e parlando di Filiere Italia (l’alleanza agricoltori-industria nata in seno a Coldiretti) ha sottolineato come le realtà che la compongono rappresentino un patrimonio indiscutibile per il Paese e per affrontare i mercati e contribuiscano a comporre quella diga necessaria per frenare la colonizzazione economica del nostro Paese. Nel parterre del forum si vociferava di un interessamento rispetto al mondo dei consorzi agrari da parte della società (oggi alcuni sono soci di minoranza di BF) che porterebbe i consorzi sotto un unico marchio agroindustriale; la società non commenta.
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