Riceviamo dall’Ente Risi: «Gentile direttore, leggo sul tuo sito un’intervista a Cezary Zimniewski, importatore di riso, il quale smentisce che l’Europa stia veramente chiudendo l’import birmano di riso e che l’iniziativa di Ente Risi relativa alla richiesta della Clausola di Salvaguardia abbia creato più danni che benefici all’industria italiana del riso perché molti importatori si sono rivolti ai grani medi. Fermo restando che le opinioni del sig. Zimniewski sono rispettabili ma frutto di valutazioni di chi trae legittimamente profitto dal commercio e dalle importazioni, ritengo sia utile fare un po’ di chiarezza. Circa le misure che la Commissione adotterà nei confronti di 11 esponenti birmani, figurano tra di essi appartenenti alle società Myanmar Economic Holding Ltd e la Myanmar Economic Corporation (MEC). Queste due organizzazioni, secondo i dati della “World Bank”, sono proprietarie di diverse riserie e gestiscono la quasi totalità del mercato di esportazione del riso. E’ indubbio che queste concessioni abbiano arricchito l’oligarchia birmana ad esclusione del vero destinatario, vale a dire la popolazione birmana. Sicuramente la Commissione negli anni passati è stata sorda e miope quando alle nostre rimostranze sosteneva che erano solo rumors, mentre oggi si appresta a prendere una decisione che sicuramente non risolverà il problema importazioni ma almeno le attenuerà temporaneamente. (AVVISO)
Per quanto riguarda invece la richiesta della Clausola di Salvaguardia sostenuta dall’industria risiera italiana ed europea, oltre che dai produttori, mi preme ricordare che non è stato possibile estenderla al riso japonica in quanto all’epoca questa tipologia di riso era scarsamente esportata e quindi per le norme del regolamento comunitario, si è potuto solo fare riferimento alle varietà indica lavorate. Inoltre proprio nell’ambito della prossima riforma del Regolamento che regola le SPG (sistema delle preferenze generalizzate), l’intera filiera europea chiederà una semplificazioni delle procedure e che non vengano accertati solo i danni all’industria risiera, come oggi il Regolamento Comunitario prevede, ma anche i danni agli agricoltori al fine di ottenere una clausola più veloce e semplice.
Ti allego alla presente anche un grafico (scarica la Lettera Carrà) frutto dell’elaborazione di Ente Risi su dati UE dal quale si evince che nel periodo 1/09/2020 – 19/04/2021 si è verificato un calo delle importazioni in UE di riso indica e japonica da Cambogia e Myanmar, diversamente da quanto sostiene invece il sig. Zimniewski. Su due cose concordo con il sig. Zimniewski: che da gennaio 2022 termina l’attuale clausola e che va posta attenzione sui MRL (limite dei residui sul prodotto di importazione). Sul primo punto rassicuro i tuoi lettori che abbiamo già attenzionato la Commissione sulla questione nella consapevolezza che non saremo in grado di riconoscere danni all’industria per il rinnovo della clausola. Sul secondo, come ricorderai, abbiamo da sempre sostenuto la reciprocità di regole in termini ambientali, tema questo ancor più pressante nel momento in cui l’Unione Europea chiederà sempre più attenzione per la sostenibilità del prodotto coltivato in Europa». Autore: Paolo Carrà, presidente dell’Ente Nazionale Risi (nella foto)