Medi@rice rilancia l’allarme borse: i mediatori esprimono con un documento pervenuto ieri in redazione il «completo dissenso sia alla soppressione delle Borse Merci, sia all’istituzione delle Commissioni uniche nazionali per quanto concerne il “settore riso” e, come già comunicato in sede di audizione in VIII Commissione (Agricoltura, Montagna, Foreste e Parchi) della Regione Lombardia, auspicano che le Associazioni di categoria degli agricoltori e le componenti della filiera riso si facciano parte diligente per prendere una posizione chiara e definitiva in merito a quanto comunicato dal vice ministro nella risposta all’Interrogazione del senatore Candiani».
Medi@rice rappresenta una quota importante dei mediatori di riso italiani e lancia un appello che è anche un allarme: «come già più volte affermato, siamo disponibili a partecipare ad un eventuale tavolo di discussione per poter condividere una comune linea d’intenti con l’obbiettivo di risolvere il problema CUN e B.M.T.I». La novità, rispetto alla posizione espressa da Confagricoltura e Cia, è che la contrarietà dei mediatori si estende alla Borsa telematica, la quale avrebbe invece degli importanti sponsor all’interno della confederazione di Mario Guidi. Se si considera che la posizione della Coldiretti è notoriamente favorevole alla Cun (leggi QUESTO ARTICOLO) e che è sicuramente immodificabile, è plausibile che i mediatori considerino Confagricoltura l’unico vero interlocutore e anche – in queste ore – il principale ostacolo a un loro coinvolgimento nella discussione, visto che insistono, per la seconda volta in breve tempo, di «auspicare un’apertura nei nostri confronti, sia da parte delle Istituzioni, sia da parte della Filiera Riso, per il dibattimento delle problematiche legate al settore nei vari tavoli di discussione».
I mediatori sono stati decisivi – come attesta QUESTO ARTICOLO – nel fermare un primo tentativo di abolire le borse del riso: «in base all’Art. 6-bis del decreto-legge 25 maggio 2015 n. 51 convertito con modificazioni dalla legge 2 luglio 2015 n. 91, il 1º luglio 2015 il senatore Candiani – dice la nota – ha presentato una mozione, approvata dal Senato della Repubblica, con la quale “Impegna il Governo, in sede di adozione del decreto del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali delle disposizioni concernenti l’istituzione delle sedi e delle Commissioni uniche nazionali per le filiere maggiormente rappresentative del sistema agricolo alimentare, a tenere conto della peculiarità del settore risicolo, preservando regole e modalità di contrattazione in grado di tutelare la produzione nazionale risicola».
In seguito, e precisamente il 7 luglio, venne emanata la comunicazione in base alla quale la Conferenza Stato-Regioni, calendarizzata per il 28 luglio 2016, veniva anticipata al 21 luglio 2016; in data 20 luglio 2016 venne inviata una integrazione all’O.D.G. della Conferenza Stato-Regione del giorno 21 luglio 2016, nel quale vennero inseriti i punti 8,9,10,11 e 12 e il punto 10 recitava: “Intesa sullo schema di regolamento del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, di concerto con il Ministro dello sviluppo economico, per l’istituzione e le sedi delle Commissioni Uniche Nazionali per le filiere maggiormente rappresentative del sistema agricolo-alimentare, in attuazione dell’art. 6-bis, comma 1, del Decreto legge 5 maggio 2015, n. 51”. Il report relativo alla Seduta della Conferenza Stato-Regioni del 21 luglio 2016, al termine dell’articolo 10, riportava “Sancita Intesa”.
Infine, il 3 agosto 2016 venne presentata una interpellanza discussa nella seduta n. 701 del 13 ottobre 2016 secondo la quale il senatore Candiani chiese al Ministro di chiarire urgentemente, anche con provvedimenti di natura legislativa, che il settore risicolo sia escluso dalle Commissioni Uniche nazionali.
Ebbene, ricordano i mediatori, il 13 ottobre il Vice Ministro per le politiche agricole ha risposto all’interpellanza del Senatore Candiani con procedimento abbreviato n. 2-00406 sull’esclusione del settore risicolo dalle Cun come segue: «Signor Presidente, onorevoli Senatori, Rassicuro anzitutto l’interrogante che le disposizioni concernenti l’istituzione e le sedi delle Commissioni Uniche nazionali per le filiere maggiormente rappresentative del sistema agricolo-alimentare riguardano esclusivamente i soggetti interessati. Pertanto, in linea con gli impegni presi dal Governo, il settore risicolo può scegliere di avvalersi o meno di tale strumento, cosa che ad oggi non è avvenuta. La costituzione di una Cun è subordinata alla richiesta della maggioranza delle associazioni di categoria del settore interessato che racchiude la volontà e l’accordo dei principali attori della filiera. L’eventuale successiva istituzione della Cun, tramite decreto ministeriale, si concretizza operativamente nella redazione di un regolamento di funzionamento che tiene conto delle peculiarità di ogni specifico settore».
Questo significa due cose, che emergono chiaramente dall’appello di Medi@rice: che la decisione finale dipende dalla filiera – saranno dunque le associazioni dei risicoltori a decidere se far sopravvivere o sopprimere le Borse, per sostituirle con una Cun o con la Borsa telematica – e che qualcuno tiene i mediatori fuori dai tavoli che dovranno prendere questa decisione. Per questo, la lettera dell’organizzazione dei mediatori è un vero e proprio grido d’allarme: qualcuno vuole escluderli (non si dimentichi che recentemente hanno lanciato un’altra proposta, relativa al triciclazolo, caduta nel vuoto), par di capire, perché sono contrari alla soppressione. Che possa essere Confagricoltura lo fa supporre il fatto che sull’argomento quest’organizzazione ha una posizione ancora non univoca, nel senso che è contraria alla Cun (come abbiamo riferito in QUESTO ARTICOLO) ma non ad assoggettare le contrattazioni risicole alla società privata Bmti (borsa telematica). Più lineare, per quanto si sa, la posizione della Cia, contraria alla Cun ma anche poco interessata a sponsorizzare l’ingresso di Borsa telematica nel mercato risicolo. Altro che conclusa, dunque, dalla lettera di Agrinsieme al Ministro: la questione delle Borse merci è ancora e sempre una patata bollente.