Esercitare l’attività agricola significa in primo luogo favorire una specie, quella coltivata, rispetto alla flora spontanea. In un appezzamento agricolo, si è costretti a perseguire una biodiversità selettiva. Rispettando totalmente la biodiversità naturale, si dovrebbe rinunciare all’agricoltura, e tornare indietro di 10.000 anni, quando si viveva di caccia e di frutti spontanei. Ai tempi, il pianeta senza agricoltura non poteva però nutrire più di 0,3 miliardi di uomini.
Gli agricoltori ben conoscono l’argomento, ma a beneficio di chi vuole imporre le regole,
vengono esaminate le possibilità di controllo delle infestanti in risaia, a partire dai metodi di lotta
- quella tradizionale, la monda, è diventata improponibile per i costi e la indisponibilità di personale in Italia. Da ricerche di Antonio Finassi, dal 1900 al 1955, si evince che la paga giornaliera di una mondariso è stata costante in valore reale, ed equivalente a 15 kg di risone, circa 6 euro ai prezzi attuali. Applicando le tariffe sindacali attuali, riferite a 7 ore giornaliere, alle 50 giornate di 8 ore richieste per mondare un ha , come stimato da Romeo Piacco della Stazione Sperimentale nel 1949, il costo della monda raggiungerebbe 6.000 €/ha. Sicuramente nessuno si augura che le condizioni socio-economiche italiane peggiorino talmente da costringere le persone ad accettare salari di 6 € al giorno; con ineffabile ipocrisia si permette però l’importazione di riso a dazio zero da Paesi, come la Cambogia, dove il salario giornaliero di un lavoratore di campagna è di 5 dollari al giorno.
- L’idea che la rotazione colturale unita alla lotta meccanica siano sostenibili a livello economico e produttivo viene smentita attraverso l’illustrazione dei risultati di svariate sperimentazioni tenute dal 1909 al 2015.
Ecco le slides con i riferimenti documentali antichi:
ed i riferimenti documentali attuali:
Con buona pace dei sostenitori di queste tecnologie, i dati attuali riconfermano le risultanze del passato: le rotazioni, anche settennali come accadeva in passato, non risolvono, ma neanche attenuano il problema della lotta alle infestanti; i migliori risultati con gli erpici strigliatori e con i mezzi di lotta meccanica raggiungono un controllo del 60%; neppure pure un metodo di lotta meccanica più efficiente messo a punto dall’Accademia di Agricoltura di Torino, a causa di una imponente banca semi presente nel terreno, ha permesso di ottenere risultati economicamente accettabili.
A proposito della banca semi, dagli studi del prof. Jacometti, pubblicati negli atti del convegno di risicoltura di Vercelli del 1912, risulta la difficoltà di contenerla entro limiti accettabili:
La capacità di sopravvivenza nel tempo delle infestanti nel frattempo non è diminuita, in quanto sempre soggetta alle regole della evoluzione con sopravvivenza del più forte; le piante di riso hanno perso competitività, in quanto sottoposte alla selezione umana, che ha ricercato taglia bassa, poca produzione di paglia rispetto alla granella, foglia eretta, caratteri che mortificano la velocità di crescita, a vantaggio della competizione.
Il dr. Polo Poli, ai tempi reggente della sezione di agraria della Stazione Sperimentale di risicoltura ha così giudicato la trascuratezza nel controllo delle infestanti, anche solo per qualche pianta:
Il concetto fu anche quantificato da una stima dei danni valutati da G.Sampietro, allora direttore della Stazione Sperimentale:
Oggi si è quindi costretti all’utilizzo degli erbicidi. I risultati dell’applicazione della dir. CEE 128-09 , che ha escluso la possibilità di utilizzo di 680 principi attivi sui mille allora presenti, ha ridotto l’arsenale chimico a disposizione degli agricoltori a poche unità per ogni avversità considerata. Se tutte le aziende agricole utilizzano gli stessi principi attivi, questi sono distribuiti in grandi quantità su vaste superfici, rendendo arduo il rispetto degli ambiziosissimi limiti di contaminazione delle acque superficiali, forse fissati con eccessivo ottimismo, ed impedendo la possibilità di rotazione dei p.a., pratica necessaria a prevenire l’insorgenza di resistenze. Non è del resto possibile ridurre le dosi applicate al di sotto della soglia letale, cosa che a fronte dell’insuccesso del primo tentativo, richiede un ulteriore oneroso intervento al fine di salvare i raccolti. La determinazione della dose letale dipende da molti fattori, ed è un compito complesso:
Già al tempo delle osservazioni al Piano d’Azione Nazionale sui fitofarmaci, i rappresentanti delle province risicole di Confagricoltura, avevano sottolineato la professionalità necessaria ad operare scelte così complesse, difficilmente conseguibile solo tramite le 35 ore di corso richieste per abilitare la figura di consulente, obbligatoria per la lotta integrata volontaria. L’attuazione delle minacce, che hanno permeato tutto il recente convegno di Mortara, di proibizione di alcuni principi attivi, sarà probabilmente un boomerang, in quanto una ulteriore riduzione del numero dei p.a. , irrimediabilmente incrementerà l’impiego di quelli sopravvissuti, i quali verranno presto ritrovati nelle acque.
Un metodo efficiente, disponibile sul mercato, per ridurre significativamente i quantitativi distribuiti è l’utilizzo di irroratrici a controllo automatico tramite GPS , al fine di ridurre le sovrapposizioni durante le passate e le manovre di fine campo. Il risparmio ottenibile nel passaggio da una irroratrice azionata manualmente, ad una assistita da GPS con guida automatica della trattrice e con apertura e chiusura automatica degli ugelli, secondo gli esperimenti condotti da Mario Tamagnone dell’Università di Torino, può variare dal 13 al 22%, a seconda della forma più o meno regolare degli appezzamenti. L’acquisto di tale attrezzatura, che può costare intorno ai 18.000 € se applicata su di una irroratrice recente, e chiede invece la sostituzione di una irroratrice datata, con una ulteriore spesa di 25-30.000 €, andrebbe incentivato prioritariamente nei PSR. L’attuale misura 4 della regione Piemonte, che limita tali incentivi alle aziende con PLV inferiore a 100.000 €, sarebbe applicabile a piccole aziende, che coprono soltanto il 20% della superficie. Autore: Giuseppe Sarasso (03.02.2016)