Ci avviciniamo alla quarantaduesima edizione della Fiera in Campo, che si terrà come di consueto al centro fiere di Vercelli, situato a Caresanablot, dal 22 al 24 febbraio. Il presidente di ANGA Vercelli, Giorgio Greppi (foto piccola), ci ha rilasciato quest’intervista che fa il punto sui temi caldi della risicoltura e sulle novità della kermesse.
Presidente Greppi, cosa succederà dopo l’adozione della clausola di salvaguardia?
Purtroppo non sono un veggente e posso solo dire cosa spero che succeda nel prossimo futuro. Spero che non ci sia immobilismo da parte di tutte le parti coinvolte, arrivando ad indire un tavolo di confronto in cui organizzare il mercato risicolo europeo, creando una filiera che funzioni ad ogni livello. Di esempi virtuosi nell’agricoltura italiana ce ne sono molti, possiamo prenderli come spunto per creare qualcosa di speciale anche nel settore risicolo.
Nei giorni scorsi ha visto il Ministro Centinaio: cosa gli ha detto e come le sembra il nuovo Ministro, che inaugurerà la fiera?
Purtroppo non ho avuto modo di confrontarmi direttamente con lui su argomenti lavorativi, poiché, avendo a disposizione poco tempo, ho preferito usare il mio intervento per invitarlo alla Fiera. Grazie alla sua risposta affermativa sarà nostro ospite e sono certo che potremmo confrontarci in quella occasione. In ogni caso mi è sembrata una persona disponibile e molto vicina agli agricoltori, dandomi un’ottima impressione.
Quali sono le novità di quest’anno della Fiera in campo?
La novità principale è l’apertura del venerdì, in aggiunta al consueto weekend espositivo. Avverrà alle 12, dopo il convegno inaugurale, al quale prenderanno parte il Ministro Centinaio, come già sottolineato, e il Presidente di Confagricoltura Giansanti. Abbiamo deciso di effettuarla in comune accordo con gli espositori, prendendo la decisione durante la riunione con loro, che effettuiamo ogni anno a luglio.
Cosa può anticiparci delle prove in campo?
Sono il nostro fiore all’occhiello e carattere distintivo tra le fiere di settore. Credo sia importante vedere un attrezzo lavorare prima di decidere se acquistarlo o meno e noi siamo gli unici a dare pubblicamente questa opportunità dal vivo. Per questi motivi puntiamo tantissimo su queste dimostrazioni, abbiamo a disposizione 48 ha e effettueremo prove per tutto l’arco dei tre giorni, cercando di mostrare ai visitatori più lavorazioni possibili.
Guardiamo oltre la fiera: a che punto è il ricambio generazionale in risicoltura?
Penso che siamo all’inizio di un grosso ricambio generazionale, come dimostrano i numeri recenti che parlano di un ritorno all’agricoltura da parte dei giovani. L’approccio però sembra essere diverso, vi è molta più preparazione ed apertura che, unite all’etica del lavoro insegnata dai predecessori, creano agricoltori più capaci, a mio parere, di affrontare le sfide che il futuro ci proporrà.
Presidente Greppi, se dipendesse solo dai giovani risicoltori, come sarebbe gestita la nostra campagna?
Domanda interessante. Credo che i giovani risicoltori punterebbero molto sulla tecnologia, essendone legati dalla nascita o quasi, investendo in macchinari precisi e all’avanguardia. Penso che ci sarebbe anche molta sperimentazione e differenze tra le varie aziende, sia circa le tecniche agronomiche che le scelte di semina in generale, in quanto mi sembra che i giovani siano più predisposti a sperimentare e meno timorosi di fallire o essere giudicati.
Cosa pensano i giovani risicoltori della riduzione delle autorizzazioni all’uso eccezionale per il diserbo?
Ci vorrebbe, innanzitutto, più equilibrio tra le legislazioni dei vari Paesi, poiché, in un mercato globalizzato come il nostro, gli agricoltori italiani sono molto penalizzati rispetto agli esteri, che godono di regolamenti più permissivi. Credo sia un argomento spinoso e complicato in quanto le difficoltà nel controllo delle infestanti sono ben note e molteplici ormai, rendendo la risicoltura assai difficoltosa, ma le istituzioni non sembrano interessarsi di queste problematiche mettendole in secondo piano rispetto ad altri interessi.
Presidente Greppi, cosa pensa della futura PAC?
Le prospettive della futura PAC non sono molto positive, infatti a causa della Brexit potrebbero esserci dei tagli ai contributi agricoli, cosa che non condivido affatto. Se si chiama settore primario è perché sta alla base dell’economia di ogni paese, per questo ritengo sia importante sostenerlo. Inoltre la globalizzazione ci inserisce in un mercato complicato in cui, per poter essere competitive, le nostre aziende hanno bisogno di un contributo superiore semmai rispetto al passato. In ogni caso non voglio trarre conclusioni affrettate e valuteremo definitivamente la nuova PAC a tempo debito. Autore: Ezio Bosso